Nati nel 2003 in Toscana i Flashback of Anger ci propongono un disco di power melodic dannatamene bello e coinvolgente. Tralasciando la solita biografia per non allungare troppo questa recensione, quel che subito colpisce fin dalle prime note dell’album è la perizia tecnica con cui i nostri si presentano: musicisti assolutamente preparati i Flashback of Anger si dimostrano capaci di creare brani emozionanti e spendidi, dando sì sfoggio della propria bravura ma senza esplodere in mere esibizioni di tecnicismo e mai perdendo di vista il concetto vero e proprio di canzone I tre brani proposti in “Off with my heart” sono particolarmente articolati e al loro interno riusciamo a scorgere diversi stili, sicuramente le influenze musicali dei nostri, che vanno a fondersi in maniera sublime in un’unica eco come se niente fosse. L’opener “Time Can Answer” è il pezzo più diretto di questo Ep, con un intro che mi ricorda moltissimo i Dream Theater del periodo “Images and Words” si trasforma dopo breve in una sfuriata power metal alla Sonata Arctica per poi portarsi ancora su ritmiche killer di chitarra che mi ricordano moltissimo i Symphony X grazie anche ad un sapiente arpeggio di pianoforte che fa da sottofondo al cantato di Alessio. Ed è proprio la X americana che a mio avviso ispira i nostri e per rendersene conto basta proseguire l’ascolto di questo brano fino ad arrivare alla parte centrale dove, dopo un breve solo di chitarra, è ancora il pianoforte a fare la parte del leone fino a sfociare in un coro che sembra uscire direttamente da “Twilight in Olympus”, opera magna della band di Michael Romeo, per concludere il tutto con un breve inserto di clavicembalo che mi riporta alla mente “Masquerade” dei già citati Symphony X. I restanti brani si dimostrano, oltre che più lunghi, anche più complessi ed articolati: la title track parte in maniera molto dolce con un duetto tra piano e voce mentre un arpeggio di arpa accompagna Alessio, ma in meno che non si dica il brano esplode in una dirompente power metal song che molto deve, per influenza, ai Secret Sphere vuoi per il modo di cantare di Alessio, vuoi per le linee melodiche e l’incedere delle chitarre. Anche in questo caso la parte centrale del pezzo è in assoluto la parte più interessante in quanto vede i nostri impegnati in un break piuttosto jazzista e molto intimo che stravolge completamente la struttura stessa della canzone fino alla ripresa della sua normale linea melodica; l’ep si conclude con “Splinters of life” che stravolge nuovamente la struttura dei precedenti brani: questa volta ci troviamo davanti ad un pezzo cupo dove le tastiere creano un oscuro tappeto, le chitarre fanno sorgere ritmiche trita sassi e anche le linee vocali diventano piuttosto aggressive. Come da previsione anche in questo caso la band cambia immediatamente forma e dopo poco ci ritroviamo davanti ad un ritornello più arioso ed immediato. Questo brano è certamente il più complesso di tutto questo breve ep, e vede nel prog più articolato il proprio fulcro con un’ottima prova alla chitarra solista da parte di Giulio Cercato e alle tastiere per Emanuele Giorgietti. Potrei andare avanti ancora per ore a descrive questi brani che davvero presentano un’incredibile diversità di stili al loro interno il tutto però amalgamato con un tecnica e una classe che solo pochi musicisti hanno. I miei vivissimi complimenti ai Flashback of Anger, questa band è riuscita davvero a colpirmi e ad incuriosirmi. Auguro loro di poter sfornare al più presto un album perché questi brani sono davvero belli.

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