Un lavoro che colpisce nel profondo. Non credo ci siano parole piu adatte per descrivere questo nuovo lavoro dei The Provenance. Per il terzo album non si accontentano, sono consapevoli dei propri mezzi, e provano ad avanzare, riuscendo nel loro intento. Quello che ne risulta sono dieci composizioni mature, dalle piu disparate influenze, coadiuvate da un filo conduttore adulto come la violenza mondana. Canzoni dai titoli forti, come “Heroine”, o la title track, pregne di atmosfere oscure, tendenti al marcio, ma che narrano di nient’altro che umanità, dove il tutto viene raccontato con disillusione, sia psicologica che musicale.
Il disco passa dal gothic velato e ipnotico di “WoH II Tsc” alle sperimentazioni della title track, tra cambi di tempo e atmosfere languide ma corrotte allo stesso tempo, coadiuvato da pezzi decisamente “noir” come “Some gossip on stealing a spouse”, dove è quasi papabile l’atmosfera decadente, soprattutto nelle sue chitarre stridenti e martorianti. Tra tutto questo piacere musicale trovano anche il tempo di pagare i dovuti tributi, Arcturus su tutti, in quanto (la splendida) “Considering the gawk…” sembra partorita dalla mente malata degli astrofili norvegesi, tramite la propria visione personale, e senza quella vena “barocca” del gruppo appena citato. Chiude in bellezza il pezzo che mi ha colpito di piu dell’album, inziando dal titolo “Speeding to get by”, controsenso di un brano lentissimo e dolcissimo, in cui la voce di Emma ci culla dolcemente fino alla fine del disco.

L’album della svolta? Direi proprio di sì. Già mi avevano colpito discretamente per i due vecchi lavori (non sono poi molti i gruppi che miscelano doom, gothic, e avangarde), ora invece mi hanno sorpreso. Un lavoro che necessita di molti ascolti per essere apprezzato, ma che quando vi avrà conquistato, sarà difficile smettere di ascoltare!

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