“Wow”, mi sono detto leggendo la press release di questo dischetto, “questi brasiliani sono stati incoronati come eredi degli Angra! Questo disco dev’essere proprio bello allora!”. Inutile dire che già assaporavo le note di un nuovo “Holy Land” ma nemmeno venti minuti dopo aver inserito il cd nel lettore, stavo già combattendo per non addormentarmi.
Già dal voto intuirete che, in quanto a qualità, proprio non ci siamo!
Insomma dire che questi sono gli eredi degli Angra significa dire che in Brasile le band di questo genere sono davvero pochine… Questi Eterna, pur avendo discrete abilità tecniche di base, sono estremamente carenti nel songwriting: di dodici canzoni non sono riuscito a sentire una dall’inizio alla fine senza sbadigliare! Ora mi chiedo: che senso ha scrivere canzoni di otto minuti piene zeppe di ripetizioni? A mio avviso nel power, a meno di possedere grandi doti compositive (che gli Angra hanno), si dovrebbe puntare su canzoni veloci e orecchiabili, non su poemi di lunghezza esasperante! Su The Gate si trovano anche diversi spunti musicali interessanti ma che sono male sviluppati o che sono sviluppati in modo esasperante (vedi l’infinita Fight).. Se potessi dare un consiglio a questo gruppo di certo li inviterei a dare un taglio a tutte le parti inutili che sono presenti nelle loro canzoni, in modo tale da rendere le loro composizioni meno noiose e allo stesso tempo più d’impatto.
Commento in sintesi: evitatelo senza rimorsi..

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