I Disarmonia Mundi sono arrivati con “The Isolation Game” alla loro quarta release di lunga durata (in mezzo c’è anche l’Ep “The Restless Memories”) e non accennano affatto a fermarsi. Orgogliosi di quello che sono riusciti a creare fino ad oggi, i due personaggi coinvolti in questo progetto hanno risposto con sincerità ed onestà alle domande. Ecco il resoconto di questa piacevole intervista.

Ciao ragazzi e benvenuti sulle pagine di H-M.it!
Ciao e grazie mille per lo spazio concessoci!

Allora, parliamo subito del nuovo album: com’è nato? Quanto ci avete messo a completarlo?
Ettore: Come al solito è stato un parto: molto veloce il concepimento ma decisamente lunga la gravidanza. Abbiamo composto i brani in un tempo record, circa un paio di settimane, contro le 3 di Mind Tricks, ma poi il processo di arrangiamento, registrazione e creazioni degli effetti e tastiere è stato decisamente lungo. Non potendo dedicarci tutto il nostro tempo ma solo il tempo libero ritagliato qua e la, l’intero processo ha preso veramente tanto tempo, considerando che The Isolation Game è un disco composto ormai quasi 3 anni fa e venuto alla luce solo da pochi mesi.

Vale la pena spendere due parole sulla copertina: rispetto a quelle precedenti è piuttosto “diretta”. Le altre erano più introspettive e con personaggi dai contorni più cupi. Come mai questo tipo di scelta? Avete dato disposizioni a Trez, oppure l’avete lasciato lavorare liberamente?
Claudio: no, la copertina era praticamente già pronta, abbiamo semplicemente scelto di utilizzarla per il nostro nuovo album in quanto sia lo stile utilizzato che il contenuto ci hanno colpito fin da subito. Molte persone sono rimaste spiazzate da questa nostra decisione di adottare uno stile più diretto e se vogliamo 80’s oriented per il nuovo artwork, la verità è che per quanto mi riguarda la quasi totalità degli artwork utilizzati come cover dei dischi death metal attualmente in circolazione mi fa veramente schifo e non vedevo l’ora di poter abbinare ad una nostra uscita discografica un’immagine più vicina ai miei personali gusti in merito.

Ancora una volta vi siete avvalsi della collaborazione di Bjorn Strid, mentre Olof Morck dei Nightrage è una new entry. Come si sono svolte le fasi di registrazione delle loro parti? E come siete entrati in contatto con Olof?
Ettore: Per quanto riguarda Bjorn, come per le passate occasioni, è sceso da me in studio per qualche giorno e abbiamo arrangiato e registrato insieme le sue parti, mentre Olof ha registrato i soli nel suo studio in Svezia. Siamo molto amici con i Nightrage e visto che si parlava già di una collaborazione sia vocale che chitarristica per il prossimo EP dei Disarmonia (presto novità a riguardo), gli ho chiesto una collaborazione anche su The Isolation Game.

La vostra caratteristica principale è la notevole stratificazione delle armonie vocali dei vostri pezzi. È complicato scrivere ed arrangiare il materiale in tal senso?
Claudio: no, ormai abbiamo ben chiaro in mente come un pezzo dei DM deve suonare e il tutto si concretizza in maniera assai veloce e definita fin da subito… Sicuramente questo è uno dei vantaggi di essere solo in due a lavorare sui pezzi, sappiamo benissimo entrambi come il pezzo deve evolversi e in che direzione svilupparlo senza dover discutere con terzi di eventuali cambi di approccio o direzione artistica.

Come anche per le precedenti uscite, avete registrato e prodotto il disco nei vostri studi. Quanto vi aiuta il fatto di avere tutto sotto controllo in queste fasi?
Ettore: ho capito che per me è indispensabile avere il totale controllo in studio. Anche la parte di lavorazione tecnica del disco diventa inevitabilmente parte del sound, o meglio della patina sonora che rappresenta il contenuto musicale. Quindi affinché un disco DM sia veramente al 100% DM deve essere prodotto, registrato e mixato da me (con tutti i pro e i contro ovviamente).

Guardando al vostro passato, cosa rimpiangete? Ci sono stati dei momenti in cui vi è venuta voglia di gettare la spugna?
Claudio: sono dell’idea che non esistano errori assoluti, ma solo nuove esperienze, quindi per quanto mi riguarda la parola “rimpianto” è priva di significato. Ovviamente ci sono state delle decisioni poco felici o dei momenti in cui si è fatta semplicemente la scelta sbagliata, ma personalmente ho sempre trovato le situazioni comunemente considerate negative estremamente stimolanti, per cui posso dire che quello che siamo oggi è frutto sia delle esperienze positive che di quelle negative che hanno accompagnato la nostra carriera fino a qui… E a giudicare dalla qualità del nuovo lavoro direi che non ci possiamo lamentare dopotutto, no?

Non vi manca mai l’attività live?
Claudio: no, personalmente non ne sento affatto la mancanza. Ormai abbiamo impostato il nostro modus operandi secondo binari ben precisi, se volessimo portare il progetto live dovremmo snaturare la struttura del nostro attuale approccio ai brani e non mi sembra proprio il caso di fare una cosa del genere al momento.

Guardando, invece, al recente passato, come mai la scelta di pubblicare un Ep come “The Restless Memories”?
Claudio: la difficile reperibilità del primo lavoro della band ci ha spinti a riproporlo in una veste grafica più accattivante e per rendere il prodotto più invitante anche per chi magari l’aveva già ascoltato abbiamo deciso di assemblare un EP d’inediti risalenti alle varie session di registrazione opportunamente aggiornati per l’occasione… Personalmente la trovo un’idea valida, nell’EP ci sono dei brani a cui sono molto attaccato come “Flare” o “Spiral Dancer” e sono felice che la gente abbia finalmente avuto la possibilità di ascoltarli.

Ormai siete arrivati al quarto album, Ep escluso. Volgendo le spalle alle vostre precedenti release, che cosa cambiereste?
Claudio: nulla, va tutto bene così com’è stato pubblicato. Certo, riascoltando i dischi precedenti saltano fuori un sacco di dettagli che al momento magari eseguiresti in maniera differente, ma secondo che logica? I dischi fotografano quello che la band è al momento della registrazione, modificare ora ciò che è stato fatto in passato falserebbe semplicemente lo spirito dei brani presi in esame, visto che ovviamente non siamo più le stesse persone di quando abbiamo inciso Fragments o Mind Tricks, quindi è come al solito meglio lasciare il passato così com’è e concentrarsi sul futuro imparando dagli errori commessi.

Descrivete con poche parole ogni vostra release:
Nebularium: progressivo
Fragments Of D-Generation: energico
Mind Tricks: oscuro
The Restless Memories: vario
The Isolation Game: aggressivo

Dopo due album usciti per Scarlet Records, vi siete accasati presso la Coroner Records. Come mai avete cambiato etichetta? Come pensate stia lavorando per voi la Coroner?
Ettore: Abbiamo cambiato poiché non ci si trovava più bene con la precedente etichetta. Abbiamo scelto Coroner per il semplice fatto che ci lavoro io, e abbiamo voluto prendere il controllo anche di questa parte molto importante, anche per evitare fregature, non contenti di fare già abbastanza da soli ahah!

L’intervista è finita. Se volete aggiungere qualcosa, fatelo pure nelle prossime righe. Grazie per il vostro tempo!
Ancora grazie per lo spazio, chi volesse ascoltare qualcosa dei Disarmonia Mundi lo può fare visitando la nostra pagina MySpace qui: www.myspace.com/disarmoniamundi.
Stay Metal!

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