I Primal Fear del colossale Ralf Scheepers sono ormai un appuntamento fisso dei power maniaci come me. Negli anni hanno alternato album più riusciti ad altri diciamo nella norma di un gruppo devoto agli insegnamenti dei Judas Priest su tutti. Se fino ad ora quindi il gruppo tedesco è sempre stato praticamente etichettato come un buon gruppo ma troppo legato al gruppo inglese, Unbreakable spazza via tutti i precedenti lavori.
C’è un certo stacco rispetto i Judas, pur mantenendone una matrice di fondo che sarà inevitabilmente sempre presente, tendendo verso territori già toccati dagli Helloween prima e dai Gamma Ray in seguito. Il nuovo lavoro è una manna dal cielo per chi ama tutti i gruppi fino ad ora citati, la prova di Scheepers è di gran lunga la migliore degli ultimi anni, riportandoci indietro ai prima anni novanta proprio con il suo operato con il raggio gamma.
L’album parte con la collaudatissima successione nitro orchestrale – brano veloce e potente, all’anagrafe discografica Unbreakable (part 1) – Strike. Grande pezzo power è Give Em Hell, cui seguono le cavalcate di Bad Guys Were Black, il power speed di chiara matrice hell-o-ray-iana And There Was Silence, semplicemente magica che fa tremare gli ultimi lavori di Helloween e Gamma Ray. Certo la dipendenza dai due maestri del power è notevole in Unbreakable, è innegabile, ma il tutto è particolarmente ispirato, ragionato, reso impeccabile, dai duelli solisti di Karrlsson e Beyrodt alla batteria tritaossa di Randy Black.
Altro grandissimo brano speed è la seconda parte di Unbreakable in cui il punto di forza risiede nei maestosi cori e dall’efficace ritornello; si ripresentano i Judas Priest in Marching, Again, Blaze Of Glory è una mazzata power-thrash di buona fattura che fa fare del sano headbanging, sicuramente uno dei pezzi da portare live. Si conclude in bellezza con la veloce e grintosa Conviction con una superba prova di Scheepers qui più cattivo che mai.
I Primal Fear a questo giro mi hanno decisamente stregato, realizzando forse il loro migliore album di sempre, miscelando più sfumature del migliore heavy-power di fine anni ottanta, primi anni novanta. Power maniaci fate vostro Unbreakable!