Avete presente quando si tira uno schiaffo forte e qualcuno vedendolo esclama “che sberla!”? Bene questo è ciò che succede ascoltando il nuovo lavoro dei Megadeth, intitolato Endgame, ormai nei negozi. Il gruppo spero si sia assestato definitivamente con i cambi di formazione con questa perchè il nuovo album riporta il gruppo americano a livelli altissimi, ai quali non ci avevano ormai più abituati.
Gli ultimi discreti lavori, risultavano piuttosto scialbi, nonostante trasmettessero una certa voglia di riemergere dall’oblio musicale in cui il gruppo era voluto finire. Fortunatamente è uscito Endgame per risollevare le sorti musicali di uno dei gruppi metal più amati e influenti degli ultimi venticinque anni.

Si ritorna quindi a spettacolari e velocissimi assoli del bravissimo Chris Boderick, degno rivale di Dave Mustaine nei duelli, a sonorità rabbiose e pesanti, brani melodicamente efficaci ma sempre infarciti di quella verve e grinta a cui il buon rosso ci ha abituati negli ultimissimi anni. Lo Menzo e Drover risultano preziosissimi per conferire al sound precisione e violenza, sollecitando le due asce a graffiare più velocemente con i loro riff.

Endgame personalmente lo metterei vicino a Youthanasia, ultimo lavoro degno di nota prima dello sfascio definitivo, o meglio del tracollo, riuscendo a riproporre un sano thrash di altri tempi modernizzandolo e rendendolo più fruibile. Dave Mustaine non è più il ragazzo allucinato degli esordi che riversava tutta la sua rabbia nella sua musica, ma un ragazzone di quasi cinquant’anni sempre arrabbiato con il mondo che suona con meno istinto ma con più cervello. Insomma Endgame non è sicuramente l’album migliore dell’intera carriera di Mustaine, ma ne è un buon rappresentante. Almeno ci troviamo di fronte a riff granitici, tanta velocità e tanto solismo. Non possiamo pretendere di più ormai.

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