‘Something Wicked Part. II’, e ci risiamo. Come avvenne lo scorso anno con la prima parte del concept ideato da Jon Schaffer (‘Framing Armageddon – Something Wicked Part. I), anche il nuovo ‘The Crucible Of Man’ lascia dietro di se un vago senso di reiterata insoddisfazione.

E’ vero, è tornato lo storico (e bravissimo) Matt Barlow dietro il microfono ma anche Tim ‘Ripper’ Owens non aveva di certo demeritato nei due precedenti lavori. Forse, allora, è proprio il progetto ‘Something Wicked’ a non aver funzionato, complice la pretenziosità di fondo di un songwriting estremamente opulento e una manciata di brani privi del giusto mordente: formalmente niente da eccepire, ancora una volta, a Jon Schaffer e cosi, anche se l’anima vera e propria del CD rimane piuttosto fredda e distaccata anche dopo ripetuti ascolti. Il classico sound tagliente della band americana è, oggi più che mai, estremamente potente e vigoroso e brani come ‘Behold The Wicked Child’ e lo stesso singolo ‘I Walk Among You’ lo dimostrano ampiamente. Barlow, come al solito, non si discute (strepitoso sulle parti acustiche) così come, del resto, l’intera compagine. Eppure ‘The Crucible Of Man’ non decolla se non in rare occasioni, quando gli Iced Earth ritrovano il giusto equilibrio tra potenza, melodia e durata complessiva del pezzo. Manca, in questa sede come nel precedente ‘Framing Armageddon’, quel quid che caratterizza molti classici della compagine, come lo stesso ‘Something Wicked This Way Comes’ del ’98 da cui è tratto l’intero concept e che da vita alla trilogia che si conclude con questo ‘The Crucible Of Man’.
Un disco molto potente e carico di pathos, che purtroppo incespica su se stesso in varie occasioni nel corso dei quasi sessanta minuti di musica proposta…

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