Dopo qualche anno di silenzio tornano i Tristania con un nuovo album, e visti i risultati l’attesa non è stata di certo soddisfatta (anche se va detto che da parte mia non è che ci fossero chissà quali aspettative…). Che poi a ben vedere questo “Ashes” avrebbe potuto essere migliore (ma di certo comunque non indimenticabile) se la band avesse avuto un po’ più di coraggio. Il gruppo ha infatti tentato un cambiamento di stile che di per sè non sarebbe disprezzabile, tuttavia evidentemente è mancato il coraggio di portare fino in fondo la mutazione, col risultato di lasciare così diversi legami col passato che rovinano il risultato finale. Il cambiamento avvenuto in sostanza è semplice: musicalmente la proposta dei Tristania è stata alleggerita (via le orchestrazioni e i cori, tanto per dire), tuttavia sono rimasti ancora il cantato estremo (che compare ogni tanto) e delle parti blackeggianti che, oltre a non dire nulla di interessante, mal si amalgamano con il resto del cd. Curioso è notare come questi aspetti che rimandano al passato siano presenti praticamente solo nelle tracce dispari del cd (l’opener “Libre”, per esempio, che con le sue sfuriate simil-black mal rappresenta quello che si sentirà durante il resto del disco), mentre invece le tracce pari risultano tutte più “tranquille”. E sono proprio queste 3 canzoni (su 7) a farsi ascoltare meglio, risultando abbastanza piacevoli (soprattutto “Equilibrium”) ma lasciando comunque addosso una sensazione di “mancanza di freschezza” che fa pensare che anche se il mutamento fosse stato portato fino in fondo il cd non sarebbe comunque stato nulla di particolarmente notevole.
Insomma, se volete il mio parere ponderate bene un eventuale acquisto, anche se siete fan della band (la sufficienza il cd se la prende perché comunque tutto sommato si lascia ascoltare, ma è una sufficienza raggiunta a stento)… Da parte mia dopo il precedente disco (che di certo non mi entusiasmava), e ancora di più dopo questo “Ashes”, direi che dai Tristania non mi aspetto più molto (evidentemente la fuoriuscita di Morten Veland ha significato qualcosa…).