È proprio vero, anche gli esseri più mostruosi e malvagi del cinema possono diventare degli allegri giocherelloni se a dar loro vita sono dei burloni come gli italiani Trick Or Treat. Giunti finalmente, dopo non qualche problema, al debutto discografico i cinque modenesi ci regalano cinquanta minuti d’ottimo power metal, veloce ed allegro, fatto di riff divertenti, linee melodiche coinvolgenti e chorus invidiabili che sin dal loro primo ascolto si piazzano in testa e si fanno ascoltare un numero impressionante di volte senza mai stufare.

“Evil needs candy too” è un concentrato d’allegria e una fonte inesauribile di happy metal, dove il power di scuola tedesca, tipico del periodo Kiske degli Helloween, è il filo conduttore che lega tutte le composizioni dei cinque modenesi. Ascoltando questi brani sembra, infatti, di tornare indietro nel tempo e sfido chiunque ascolterà anche solo uno dei brani di questo disco a non domandarsi se effettivamente gli Helloween di Hansen, Weikath e Kiske non siano tornati a suonare insieme.

Si passa da pezzi sparati a velocità impressionanti come l’opener “Evil needs candy too” o “Joyful in sadness” (con un piccolo break di basso che ricorda tantissimo quello presente in “Eagle fly free”) a momenti più rilassanti ma sempre veloci e pimpanti come le ottime “Time for us all” dall’andamento molto “Dr. Steiniano”, o ancora la scherzosa “Girls just want to have fun” oppure la bellissima “Like Donald Duck” canzone che si rifà al mitico Paperino della Walt Disney. L’album è spezzato a metà da una ballad, “Sunday morning in London”, dove anche in questo caso il paragone con gli Helloween torna in vita e ci porta con la mente alle ballad presenti sul discusso e controverso “Chameleon” mentre la successiva “Who will save the hero” mi ricorda un po’ le composizioni degli Edguy. Ancora tanto power metal ben fatto e ben strutturato con le successive “Back as a pet” e “Perfect life” la prima capace di conquistare sin da subito l’ascoltatore grazie ad una strofa carica di grinta e melodia che sfocia in un ritornello arioso e coinvolgente, la seconda più lenta e composta colpisce dritta nel segno grazie all’ottimo lavoro delle chitarre che tessono sapientemente una serie d’accordi azzeccati e coinvolgenti. In chiusura troviamo “Back to life” brano che, grazie ad una struttura tecnica e melodica piuttosto articolata e complessa, alterna momenti melodici ed acustici a vere e proprio sfuriate di doppia cassa dove a farla da padrone sono ancora una volta l’ottima prova del cantante Alessandro Conti e le eccellenti linee di chitarra, precise e ruffiane da matti, di Luca Cabri e Guido Benedetti.

Insomma, i rimandi agli Helloween ci sono e si sentono fin troppo, ma probabilmente l’intento della band è proprio quello di non allontanarsi troppo da quel sound helloweeniano che li ha resi famosi qui in Italia proprio come loro band tributo ufficiale. Sono sicuro che questo dischetto piacerà a chiunque lo ascolti, in quanto i nostri, oltre ad aver creato un pugno di brani eccezionali e davvero ben fatti, si dimostrano anche musicisti preparati sotto ogni punto di vista e dotati di una positività che solo pochi gruppi hanno. Complimenti dunque, auguro ai Trick Or Treat tanta fortuna perché se la meritano.
I like candy so much!

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