Z7, Pratteln (Svizzera) – 3 Novembre 2012

Ritornano i Kamelot con un nuovo album, un nuovo cantante e un nuovo tour. La band euro-americana torna nel vecchio continente per promuovere il nuovissimo “SilverThorn”.
Finalmente anche i fans europei hanno l’opportunità di saggiare le capacità del nuovo frontman Tommy Karevik (in uno show intero), depositario della pensante eredità lasciata da Roy Khan.

*** Tommy Karevik ***

Quando i nostri salgono sul palco, lo Z7 è già piuttosto gremito, anche se la sensazione è che molta gente sia nel locale più che altro per bere e mangiare, piuttosto che per assistere ad un concerto…
Le luci sono ancora basse e soffuse quanto parte l’intro di rito e, ad uno ad uno, i Kamelot salgono sul palco incitanti dalle urla delle prime file. Gli ultimi a prendere le loro posizioni sono, come prevedibile, Thomas Youngblood e Tommy Karevik, da subito accolto con calore dal pubblico. Niente da dire sulla prestazione del cantante svedese, che fin dalle prime note di Rule The World si dimostra a proprio agio e assolutamente padrone dei propri mezzi.

*** Kamelot ***

Karevik riprende il pathos e la teatralità del suo predecessore offrendo però (specie se paragonato al Khan dell’ultimo periodo) una prestazione impeccabile dal punto di vista prettamente tecnico. Ne dà conferma la successiva When The Lights Are Down, classico di “The Black Halo”, molto ostica e impegnativa da cantante. Ma non c’è solo Karevik, che giustamente attira su di sé gran parte delle attenzioni del pubblico: il resto della band è davvero in palla, offrendo una prestazione degna della fama dei Kamelot. Thomas Youngblood riesce sempre a gasarmi col suo modo di suonare e per il fatto di incitare e coinvolgere continuamente il pubblico. Meno apparisce ma ugualmente efficace, il bravissimo tastierista Oliver Palotai. Sezione ritmica cazzutissima, con il funambolico picchiatore Casey Grillo e con lo scatenato Sean Tibbetts, autentico animale da palco.
Il singolo The Great Pandemonium getta nuova benzina sul fuoco grazie alla sua carica distruttiva. Peccato solo per la voce registrata di Björn Strid: sarebbe stato meglio avere un altro cantante sul palco per le backing vocals.
E poi il turno di Veritas, nuovo brano che si rivela ben congegnato anche dal vivo, nonostante le backing vocals nuovamente registrate. Center Of The Universe è uno dei tanti classici dei Kamelot in grado di estasiare la folla: ottima esecuzione delle band e di Karevik che non disdegna di coinvolgere il pubblico. Il frontman, oltre ad offrire una prestazione indubbiamente professionale, si diverte anche a scherzare con i ragazzi delle prime file, strappando spesso risate ed applausi.
Tra i brani dell’ultimo disco mi ha molto impressionato Song For Jolee, ballad malinconica cantata in modo sentito da un Karevic strappa-applausi.
Il nuovo singolo Sacrimony riporta in alto l’adrenalina grazie al suo tiro e al coro vincente, cantato in coppia da Karevic e dalla bella e brava Elize Ryd (Amaranthe).
La Ryd si fa notare nuovamente nelle backing vocal di Ghost Opera, altro brano molto apprezzato dai presenti, ma soprattutto nel fantastico duetto in Season’s End, canzone lenta, non conosciutissima, ma gradita sorpresa nella scaletta dello show.
Il concerto si chiude con l’inno Forever, in versione decisamente allungata, in cui la band si diverte a far cantare tutti i ragazzi presenti nel locale. Scrosci d’applausi e incitamenti per i Kamelot.
Dopo una brevissima pausa, i Kamelot tornano on-stage per i bis: graditissima la riproposizione di Karma cantata veramente a squarciagola dal pubblico, autentico manifesto dello stile magniloquente di Thomas e compagni.
Ora vengono portati sul palco due tamburi che, come i fans della band sanno, fungono da incipit per March Of Mephisto: due conturbanti percussioniste danno il via ad uno dei brani più amati dei Kamelot. Pubblico e band scatenati in perfetta sintonia. L’unico appunto, ancora una volta, le backing vocals registrate e il taglio del solo di tastiere. Poco male. A giudicare dalle urla e gli applausi, pare non se ne sia accorto nessuno!
Nonostante la perdita del carismatico Khan, i Kamelot dimostrano di essere sempre una topband della scena metal, in grado di proporre show dinamici ad alta intensità musicale ed emotiva. Ennesima prova a loro favore.

Si ringrazia ScratSniff per il video.

*** Elize Ryd ***

Setlist:
Rule the World
When The Lights Are Down
The Great Pandemonium
Veritas
Center Of The Universe
The Human Stain
Song For Jolee
Drum solo
The Pendulous Fall
Sacrimony (Angel Of Afterlife)
Ghost Opera
Season’s End
Keyboard solo (“Pirates Of Carribeans” theme)
Forever
Karma
March Of Mephisto