E dopo la ristampa europea di Beethoven’s Last Night, arriva dalle nostre parti anche Night Castle, l’ultimo album in ordine di tempo a firma Trans-Siberian Orchestra. Se negli States questo collettivo di musicisti sta riscuotendo un successo senza precedenti, trascinato soprattutto dai primi concept natalizi, dalle nostre parti le feste della natività non sono così sentite ed il buonismo tutto americano che si respirava in quei dischi fa un po’ sorridere, soprattutto al pubblico a cui è destinato questo tipo di uscite. Il nome Trans-Siberian Orchestra nasconde infatti, per chi ancora ne fosse all’oscuro, personalità di spicco del mondo del metallo pesante quali Paul O’ Neill e Jon Oliva e tutta la lineup degli ultimi Savatage. L’indimenticata band tende le fila di questo supergruppo, coadiuvata anche stavolta da una notevole schiera di musicisti e cantanti, tra i quali segnaliamo anche Jeff Scott Soto (ex-Malmsteen, W.E.T., e mille altri) e Zak Stevens (Circle II Circle, ex-Savatage), oltre ad Alex Skolnick (Alex Skolnick Trio, Testament) e da un’ospite d’eccezione come Greg Lake (ex-Emerson, Lake & Palmer), il quale suona il basso su quella “Nutrocker” che fu del suo gruppo d’origine.
Per chi non avesse mai sentito nulla firmato dalla Trans-Siberian Orchestra, va specificato che ci troviamo davanti ad un genere che incorpora elementi rock, metal e prog, ma anche tantissima musica classica (Mozart, Beethoven, Bach: i riferimenti si sprecano). La fruibilità di quest’opera, però, non deve far pensare che si tratti di un lavoro facile da ascoltare perché le sfumature del sound di questo ensemble sono talmente tante che si fa fatica a cogliere tutti i passaggi ad un primo, distratto, ascolto.
Ovviamente “Night Castle” non ha grandi punti di interesse per un metal fan vero e proprio, ma chi apprezza la musica in generale non troverà difficoltà nell’ascolto di un disco così ambizioso e ben realizzato, seppur non pesante come il metallo ci ha abituati. Naturalmente gli echi dei Savatage si fanno sentire ben più di una volta ed i due dischi di cui è composto quest’album contengono anche le cover di ben quattro classici dell’indimenticata band americana.
Il concept che si cela dietro questa enorme mole di materiale tratta di un castello incantato, di stranieri misteriosi, di storie d’amore e quanti più ingredienti cinematografici riuscite a pensare. Il tutto si fa intrigante e seguire lo sviluppo della storia diventa indispensabile per comprendere appieno il lavoro certosino di arrangiamento che è stato fatto per dare alla luce i brani di “Night Castle”, complessi ma mai complicati. Infatti gli innumerevoli strati che danno vita alle canzoni interagiscono magnificamente tra di loro, arrivando ad un risultato estremamente omogeneo e fluido.
In conclusione, “Night Castle” è un lavoro che molti non stenterebbero a definire come un vero e proprio must per i fan dei Savatage, ma alla luce del capolavoro intitolato “Beethoven’s Last Night”, assume connotati leggermente inferiori, assestandosi un gradino più sotto rispetto al già citato album. In ogni caso rimane un’uscita da comprare ad occhi chiusi, anche se puzza un po’ di scusa per giustificare per l’ennesima volta il tour europeo della Trans-Siberian Orchestra. A Jon Oliva, però, si perdona questo ed altro.

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