Difficile, sempre difficile parlare dei parti di Steve Austin. Inizia l’ascolto del nuovo Kiss The Pig e sento che qualcosa è cambiato. La tristezza del precedente “Sadness Will Prevail” si è trasformata in ferrea determinazione sulla concezione della nostra realtà, trasformandola in violenza sonora. Un fucile che si carica, sottolinea cosa ci aspetta: una furia grind iconoclasta nell’opener “Why they hate us”, vocals schizofreniche, che sfocia nello sludge piu malato e psichedelico. Stessa pasta la seconda Kiss The Pig, due minuti di violenza scaricata addosso alle nostre orecchie senza ritegno.
Cambia registro “Mother’s Ruin”, che rievoca atmosfere nefaste e malvagie, care ai Morbid Angel piu riflessivi (se di riflessione si può parlare..). “This Machine Kills Fascist”, quasi una marcia di guerra, dalle intenzioni sicuramente poco amorevoli, dai mid tempo spacca ossa, groovy e allo stesso tempo pesanti come macigni. Ma dai mid tempo si ripassa alla velocità: urla lancinanti, il nervosismo che aleggia nell’aria, tra le sfuriate di batteria, che si conclude dopo neanche due minuti.
E ora ancora armi, guerra, un ossessione ricorrente nell’immaginario della band. Mentre alcuni mitra si sentono in sottofondo, “Don’t tread on hope” da la sua mazzata, dai toni sludge possenti e cadenzati. Di nuovo quaranta secondi di violenza pura con Symphony Junky, ed ecco che spunta il pezzo piu particolare dell’album “Platinum Pussy”, i riff mastodondici, acidi, che scorrono di pari passo a break violenti e ipertesi, per mischirarsi in un finale apocalittico, pregno di negatività in musica.
Calma piatta, un venticello, e un pugno in bocca, unico modo per descrivere “Train Train”, altra scheggia di pazzia dalla durata di 40 secondi.Tocca così a “Bee’s wax and star wars” penultimo pezzo, strumentale, una sorta di calma prima della tempesta, fatta di frammentazioni sonore, melodie malate, inseguimenti strumentali (alla loro maniera, sia chiaro), a catapultarci nell’ultimo brano, “Birthright”. Ben 13 i minuti (contando la durata media di due delle altre canzoni, veramente lunga), una bestia che si evolve, dalla lentezza iniziale in un convoglio di disperazione hardcore misto a death metal di scuola floridiana (leggesi i succitati Morbid Angel e i Death del compianto Schuldiner), seguendo la traccia di un climax caotico, che ci porta al buio piu completo, all’annichilimento piu totale.
Chicca finale, il giuramento dei soldati Usa, tanto per testimoniare una dichiarazione di guerra contro l’umanità.
Aggiungere altro a quanto è stato detto sarebbe possibile, ma perchè non lasciare che sia il disco in se stesso a farvi capire cosa vuol dire sanguinare? Genio, follia, ego iconoclasta, tutto tradotto in note musicali. Pronte per noi per essere gustate a volume altissimo.