Fra le band più promettenti degli ultimi tempi non potrete non ricordare i The Axis Of Perdition che, con il loro debut album “The Ichneumon Method” guadagnarono molti, moltissimi consesni da parte di pubblico e critica. Eccoli ritornare quest’oggi con “Deleted Scenes From The Transition Hospital”, dopo aver ingannato l’attesa con un ep stranissimo sin dal chilometrico titolo (“Physical Illucinations In The Sewer of Xuchilbara (The Red God)” per la cronaca), con nuove folli idee per la testa.
Descrivere la proposta i The Axis of Perdition risulta difficile da un punto di vista ma molto facile dall’altro; difficile perchè si tratta di un mix di black, industrial ed ambient perniente facile da digerire… facile invece perchè, per essere descritto a dovere, basterebbero pochi aggettivi come folle, angosciante, oscuro e sintetico. Lunghi suoni sintetici ossessivi, improvvise sferzate black dal sapore quasi meccanico e improvvisi rallentamenti dal sound quasi pachidermico. E se a tutto ciò ci aggiungiamo breve trovati folli (come una improvvisa fuga jazz nel brano “Pendulum Prey (Second Incarceration)”) o il semplice cantato che più cantato è un recitato che spazia dallo screaming al narrato, dall’urlato al non so cosa di così ossessivo da penetrarti nelle ossa… ecco cosa ci troviamo davanti. Gli echi degli ormai compianti compagni d’etichetta Void Of Silence sono molto evidenti così come è evidente una certa “forzatura” nella proposta: a dispetto dei primi (scusatemi il paragone) che riuscivano ad ottenere dei suoni differenti si’, ma mai dispersivi e poco compatti, negli Axis Of Perdition il discorso sembra quasi più macchinoso e ben calcolato, innaturale. Sarebbe inutile qualsiasi commento ad un singolo brano perchè il tutto è collegato, e sarebbe inutile qualsiasi commento su doti tecnico/compositive perchè i nostri sono degli ottimi musicisti, sia quando si parla di metal che quando si sconfina nell’industrial/ambient.

Se non apprezzate certe sonorità dense di musica elettronica più fredda del ghiaccio, o peggio le disprezzate, allora è meglio che lasciate questo bel disco sugli scaffali. Al contrario, se apprezzate le sperimentazioni e adorate lasciarvi avvolgere da veri e propri incubi resi sotto forma di musica… beh, “Deleted Scenes From The Transition Hospital” fa proprio al vostro scopo.
L’importante è accostarsi a questo genere di musica con una reale voglia di ascoltarla e riascoltarla, di cogliere ogni piccola sfumatura presente nella miriade di suoni proposti e da lasciarsi trasportare totalmente, ovunque essa ci porti.

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