Decisamente fuori luogo questo disco, non perchè brutto anzi… Purtroppo è estate e certe cose, ben lungi dall’essere definite solari, si adattano ben poco alla calda luce e all’aria allegra che regna sovrana in questi giorni. I Neurosis, che spero tutti conosciate, sono ormai una garanzia è acquistare un loro disco è quasi un obbligo per chi si ciba di certe sonorità. “The Eye of Every Storm” prosegue verso i lidi già esplorati in passato con “A Sun That Never Sets” , “Times Of Grace” e, più recentemente, tramite la collaborazione con Jarboe degli Swans.
Lontani anni luce dagli esordi hardcore, i Neurosis di oggi propongono una musica triste e introspettiva che va ad adagiarsi delicatamente fra psichedelia, musica tribale (apocalittica), sperimentalismi e, seppur lontanamente, rock/metal. Difficili da digerire, i loro brani sono lontani anni luce dalla classica forma-canzone, è si musica per il cervello questa, ma che va diritta al cuore!
L’irruente “Burn” sorretta da una batteria pulsante e da dei riff psicotici, la delicata “No River To Take me Home” con le sue implosioni ossessive interrotte da uno degli arpeggi più belli mai ascoltati e la stranissima title-track, così ricca di suoni e sfumature da spiazzare letteralmente l’ascoltatore. E ancora la strumentale “Shelter”, l’affascinante “Season In The Sky”, la sperimentale “Bridges” in cui il rumorismo ossessivo di sottofondo spesso è sovrastato da elettronica-noise. E a concludere “I Can See You”, chitarra acustica e cantato (sembra pescata quasi dai lavori solisti di Von Til) per poi esplodere in tutta la sua irruenza a fine brano.

Ascoltare un album come questo ha un solo senso: riascoltarlo e riascoltarlo ancora.
Vuoi per comprenderlo a fondo (impossibile, sarà compreso a fondo solo da chi l’ha suonato) vuoi solo perchè
si tratta di un ottimo esempio di ottima musica moderna, difficilmente ci si stanca di certe composizioni così ispirate. Un acquisto obbligatorio, nient’altro che un acquisto obbligatorio….

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