24 maggio 2013. Uno dei locali storici di Torino, Hiroshima Mon Amour, apre le porte, a Sasha Ring e la sua crew, meglio conosciuti come Apparat Band. L’atmosfera si presenta surreale ancor prima di entrare nel vivo del concerto… Cavalieri medievali e personaggi d’altri tempi accolgono i seguaci della band tedesca trotterellando nell’area antistante il locale, rendendo curiosa quanto piacevole l’attesa.

Attesa, appunto, che non dura molto. Sono passate da poco le 22.30 e le luci nella sala concerti si abbassano, mentre figure che ipnotizzano lo sguardo si materializzano sullo schermo montato alle spalle del palco.. E ad esse si aggiungono i suoni. La band, capitanata dal berlinese Sasha Ring, prende posto e, senza colpo ferire, o quasi, diffonde nel locale sonorità psichedeliche, disegnando sensazioni che nulla hanno a che fare con la techno (dance-floor oriented) proposta ad inizio carriera. Eh si.. L’atmosfera che circonda il pubblico  è prepotentemente sognante. La maggior parte dei presenti si lascia trasportare dalla musica, occhi chiusi, tutti fermi, in silenzio. Concentrazione… Altissimo livello di concetrazione, che dal palco si riflette sulla gente.

La setlist proposta spazia principalmente tra brani tratti dall’ultimo album The Devil’s Walk, con qualche salto nel passato attraverso qualche track di Duplex, del lontano 2003. Non che i fan più accaniti non se lo aspettassero.. I brani di Apparat durano in media sette/otto minuti l’uno.. Ma li, dal vivo, sembravano non finire mai, uno dietro l’altro, quasi senza pausa (per i nostri cervelli, ovvio), da non poter abbassare la guardia neanche per un istante.

E’ stata un’esperienza particolore.. Si perchè il concerto di Apparat non è stato solo una semplice esibizione live. E’ stata un’ avventura coinvolgente da vivere e da sentire. E loro, sul palco, talmente pacati e discreti, da riuscire ad entrarti dentro, a farsi spazio, e a lasciarti quel sapore austero e cupo, a tratti onirico. In un’ unica parola: affascinante.

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