E’ una giornata calda quella del 29 Luglio, sole che picchia di brutto, temperature ben oltre i 30 gradi, cemento rovente che ti prende a schiaffi… Ma noi, temerari e armati di creme solari, non ci facciamo prendere dallo sconforto! Ore 1230 si parte in direzione Bergamo, Bagnatica per la precisione, dove è in corso il Fosch Fest 2012, l’appuntamento con il Folk/Medieval/Metal Fest tutto italiano, giunto alla sua quarta edizione!!

L’Area Feste di Bagnatica ci accoglie in maniera impeccabile: simpatici omini ci indicano dove parcheggiare e , senza troppe perdite di tempo lasciamo la macchina, oltrepassiamo la zona adibita al camping (gratuito e ben attrezzato), adiacente all’area concerti, indossiamo i braccialetti di rito che ci permetteranno di entrare ed uscire a nostro piacimento ed eccoci, siamo pronti per il Fosch Fest!!

Si respira un’aria piacevole, di festa, odore di birra e carnazza alla griglia. Corni medievali ed elmi vichinghi che spuntano da ogni dove!! Ci siamo!

Aprono le danze, sul palco del Fosch Fest, alle ore 15 circa, i giovanissimi VALLORCH, gruppo folk/death metal veneziano, che confermano la loro bravura per chi già li conosce, e si dimostrano una piacevolissima sorpresa per chi non li aveva ancora sentiti! Continuando sull’onda italiana, seguono i VINTERBLOT, e il loro potentissimo Pagan Death Metal. I 5 ragazzi baresi riescono a far girare vorticosamente le nostre teste per tutta la durata del live, ospitando sul palco Davide Cicalese, voce dei Furor Gallico.

Ci spostiamo in Finlandia, con la terza band che calca il palco di Bagnatica, i KIVIMETSAN DRUIDI. Ci aspettiamo una sonorità folk metal, ma in verità riconosciamo una tendenza gothic sinfonica, grazie alla voce soprano della bianco vestita Leeni Maria, unica rappresentante femminile della band. A tratti mi tornano in mente gli Epica … a tratti.

E’ la volta dei NEGURA BUNGET, gruppo proveniente dalla Romania, che diffondono nell’aria suoni più scuri, black, dark, come dir si voglia, e altro non ci si poteva aspettare, da una band il cui nome in italiano corrisponde a “foresta nera nebbiosa”.

Sono passate da poco le ore 19, e per tutti è ora di cena. L’organizzazione del Fosch Fest è ammirevole: pizza, carne, panini, patatine, birra… tutto di ottima qualità e a prezzi più che abbordabili, eccellente la gestione del tutto da parte dello staff (ragazzi volontari che non prendono un euro!!!) . Finalmente anche il sole si arrende, tramonta e una piacevolissima brezza fresca ci fa tirare un sospiro di sollievo!!

Sono le ore 20,30 ed è la volta dei TROLLFEST, i norvegesi del folk metal che spaccano di brutto!! Jostein alla voce ovviamente non ci delude, esordisce innalzando un bicchiere di birra verso il cielo e urlando “Salute!” verso il pubblico! Base black metal sulla quale si mescolano svariate sonorità, da suoni hardcore ad atmosfere festosissime. D’obbligo il wall of death già al secondo pezzo! Coinvolgenti, totali, promossi a pieni voti!

Ed infine, a chiudere questa splendida giornata, arrivano gli attesissimi padroni di casa: i FOLKSTONE. La voce di Lorenzo, in arte Lore (con tanto di gamba ingessata a seguito di un recente incidente d’auto), si diffonde a regola d’arte e ci scalda subito con “Il confine”, track d’apertura che da il nome al loro ultimo album, del quale ci propongono numerosi pezzi, tra cui “Non sarò mai”, “Luna”, “Nebbie” e “Simone Pianetti” .

Quando vi chiederanno il voto… andate a pisciare”, è così che viene introdotto l’omaggio ai Nomadi “C’è un re”, gruppo come loro attento agli attualissimi temi politici.

Ovviamente la scaletta lascia spazio anche a pezzi più datati, quali la coinvolgente “Anime dannate”, che ci vede uniti in un unico coro sotto i riflettori puntati!! Bicchieri alzati e si salta a non finire sulle note di “Un’altra volta ancora”, intonata da una bellissima Roby, più in forma che mai. E ancora “Folkstone”, acclamatissimo inno alla band, e “In Taberna”, che mette tutti d’accordo nell’urlare “in vino veritas”! Degna di nota la cover di “Whiskey in the jar”, canzone che appartiene alla tradizione irlandese, sorprendetemente riarrangiata sulle note delle pive folkstoniane!!

Chiudono la loro ottima performance con “Rocce nere”, tributo alle Orobie, che ci lascia quel sapore che “…sa di medioevo”, così come cita Lore.

Giocano in casa si, è vero, ma i Folkstone si confermano una delle band italiane (e sottolinerei.. ITALIANE) più solide e affermate del panorama Folk Metal!! Grandi ragazzi!

Al prossimo Fosch!

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