Forse non essere una grande fan del Power Metal non mi aiuta a scrivere questa recensione. Tuttavia vi assicuro che ho riascoltato questo album più volte, mettendoci tutta l’obiettività compatibile con ciò che il mio istinto mi induce a preferire o a non preferire!
Edu Falaschi me ne ha parlato con grande entusiasmo: finalmente gli Almah sono una vera band, con questo nuovo line-up che vede Edu e Felipe Andreoli, entrambi componenti attuali degli Angra, assieme anche in questo progetto. Finalmente questo disco, Fragile Equality, che definisce il più bello che abbia mai fatto.
Un album fresco, subito piacevole, tanto che mi lascio convincere abbastanza fino a All I Am. Purtroppo però, malgrado la buona volontà, arrivo a Torn ormai annoiata e quasi infastidita dalla marcata essenza Pop Rock del disco, molto da radio, probabilmente destinato a fare i miliardi con le masse…. se non insistesse a proporsi sotto l’etichetta Metal.
Power, Heavy, Prog, chiamatelo come volete ma deve essere Metal!
In due parole, esagerata orecchiabilità.
Le prime quattro canzoni nonostante siano poco originali sono tuttavia sapientemente strutturate e musicalmente accattivanti. Birds of Prey va dritta al cuore degli amanti del Power Metal. Pesantina, ben cantata dal vocalist degli Angra e facile da apprezzare. Lo stesso si può dire per Beyond Tomorrow, che assume tonalità lievemente più dark ed epiche. Carine anche Magic Flame, classico Power veloce in stile Angra, anche se gli acuti di Falaschi non riescono ad avvicinare quelli di Andre Matos; All I Am, reminiscente di un Rock alla Scorpions; You’ll Understand, ancora un traccia Power reminiscente degli Stratovarius. Invisible Cage invece è da dimenticare, un incipit inascoltabile che lascia il posto all’anonimato.
Inaspettatamente poi nella title track i toni si appesantiscono, con accenni addirittura al Thrash. Ottimo. Ma questi inizi promettenti evaporano lungo la canzone, lasciando il posto a un refrain troppo ripetitivo, impoverito. La title track, posta al numero 7, si viene così a disperdere all’interno del disco, non rimane impressa, tant’è che non capisco perché sia stata collocata in quella posizione. Fragile Equality è il concetto che vuole esprimere l’album, ed è anche un manga (fumetto giapponese) di cui Edu Falaschi è coautore, il quale racconta il fragile equilibrio dell’universo e di tutti gli elementi in esso contenuti.
Arriviamo agli ultimi tre pezzi. Torn e Shade Of My Soul da cancellare. Troppo Pop. Troppo insipidi. Cose già sentite.
Il livello si solleva per fortuna in chiusura, con una Meaningless World ricca di spunti sinfonici, originale, in pieno stile Power. Una canzone degna del genere che vuole rappresentare, anche se si avverte nuovamente il divario tra Falaschi ed Andre Matos sugli acuti.
Insomma una parte consistente di questo nuovo progetto firmato Almah di sicuro piacerebbe alle ragazzine (aggiungendovi un Edu Falaschi fisicamente allettante). Ma allora mettiamolo alla radio – il successo è garantito…..fuori dal metallo.

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