Dopo due anni di distanza da “The Lasting Power” ritornano i Thy Majestie con “Hastings 1066”, risponde alle nostre domande il gentilissimo Dario Grillo, vocalist del gruppo.

Ciao ragazzi, complimenti per il vostro ultimo cd “Hastings 1066” un lavoro estremamente più ambizioso ed elaborato rispetto al suo predecessore, come sono nati i brani che compongono il nuovo disco?
Innanzitutto un saluto alla redazione di Heavy-Metal.it ed un grazie per l’intervista. Mi fa piacere che il disco ti sia piaciuto e tengo a precisare che il processo di composizione di “Hastings 1066” è stato molto naturale e spontaneo ma anche faticoso e longevo. Dopo l’uscita di “The Lasting Power” (nel 2000) ci siamo messi subito a lavoro sui nuovi brani.
Giuseppe (il tastierista) aveva delle strutture musicali già pronte ma prima che gli abbozzi acquistassero linearità e scorrevolezza ci sono voluti ben 2 anni di studio individuale e di continue prove con la band. Ognuno di noi ha contribuito in maniera decisiva agli arrangiamenti e al processo di miglioramento delle songs grazie anche al differente bagaglio culturale e musicale che ci distingue l’un dall’altro. Insomma “Hastings 1066” rappresenta pienamente l’incontro delle nostre singole influenze musicali ma anche della nostra crescita e del nostro affiatamento come band. Un album dalle molteplici anime in cui si passa da momenti prog-power ad ambientazioni cinematografiche, celtiche, folk, liriche, medievali, gregoriane, gotiche, il tutto sorretto da un’interpretazione vocale più vicina al mondo hard rock che prettamente metal.
Penso che ne sia uscito fuori qualcosa di abbastanza atipico nel suo genere ma lascio volentieri l’ultima parola agli ascoltatori.

L’architettura dei brani, a mio parere, risulta più elaborata e ricca di sfumature rispetto alla produzione power corrente, questa scelta è maturata in modo naturale o avete scelto intenzionalmente gli arrangiamenti più ricercati e complessi?
Ma guarda, non è che ci importi molto del power corrente. Noi facciamo musica in base alle nostre esigenze artistiche e cerchiamo di comporre nel modo più maturo possibile e in base alle nostre potenzialità. Non calcoliamo matematicamente come deve suonare un nostro disco per poter essere considerato “differente” dal resto. Se poi lo è, allora vorrà dire che abbiamo lavorato bene.
Quindi ribadisco la più totale naturalezza nel processo di song-writing e di arrangiamento dei singoli brani. Noi ci riteniamo dei musicisti poliedrici e perfezionisti. Non ci piace la banalità e amiamo la musica un po’ più “colta” e matura e questa nostra scelta penso che si possa ampiamente sentire in “Hastings 1066” dove niente è stato lasciato al caso. Con questo non ho la pretesa di dire che sia un album perfetto sotto ogni profilo ma sicuramente è abbastanza studiato e atipico nel suo genere.

Avete creato un’avvincente contrasto tra parti tirate di estrazione tradizionalmente epica ed i raffinatissimi passaggi strumentali presenti nel cd, ritengo di poter affermare che i Thy Majestie abbiano trovato un loro trademark inconfondibile nel sound, mi sbaglio?
Hai colto in pieno nel segno. Ci teniamo a dire che i passaggi strumentali presenti nel Cd sono delle vere e proprie songs che uniscono le differenti atmosfere che di volta in volta abbiamo voluto ricreare per dare dinamicità al tutto. Si tratta di un nostro Trademark già presente in “The Lasting Power” ma in maniera minore e che solo adesso ha acquistato piena riconoscenza e rilevanza. Penso che in futuro seguiremo ancora questa strada. E poi certi intermezzi permettono all’ascoltatore di staccare per un attimo dalle solite cavalcate metal e di gustare di volta in volta tutto l’andamento del concept, i colpi di scena, gli intrighi, i sentimenti dei singoli personaggi. Insomma un modo per rendere l’album più interessante e intriso di umori differenti. Qualcosa che ti permette di non annoiare l’udito e di coinvolgerti più a fondo nella trama.
Per il terzo album vi anticipo che questa caratteristica assumerà i contorni di una vera e propria OPERA metal in cui sarà veramente difficile distogliere l’attenzione.

Continua la vostra collaborazione con il Coro del Teatro Massimo e si sente, l’impatto delle parti corali è fortissimo, come riuscite a fondere la potenza del gruppo metal con le atmosfere teatrali dei coristi?
Questa domanda mi tocca in modo particolare visto che io mi occupo principalmente dell’aspetto corale della band: diciamo che la nostra collaborazione con alcuni coristi del “Massimo” è nata casualmente dopo aver ascoltato una esibizione dell’intero coro in un teatro di Palermo. Ne rimasi subito affascinato e così mi adoperai per fare in modo che cantassero nel nostro album di debutto.
Devo dire che all’inizio c’era molta perplessità sul risultato finale che ne sarebbe potuto scaturire ma dopo aver dato un’occhiata alle partiture, i singoli coristi appoggiarono l’idea. Per “Hastings 1066” la collaborazione è avvenuta in un clima molto più rilassato e fiducioso. Già ci si conosceva e loro, pur non avendo la benché minima idea di cosa stavano cantando, erano pienamente fiduciosi riguardo il mio lavoro di scrittura e di composizione delle partiture. Questo mi ha incoraggiato molto e mi ha gratificato davvero immensamente.
Ritornando alla tua domanda, devo dire che il fattore corale rappresenta sicuramente un altro inconfondibile trademark dei Thy Majestie. Soprattutto in questo album l’impatto delle voci liriche è davvero impressionante e penso che quando la musica riesce a creare una simile potenza non c’è più distinzione di generi e tutto si amalgama perfettamente in funzione del risultato. Per me questo significa fare musica, ovvero non porsi limiti di alcun tipo e lasciare che le note parlino da sé.

Con molto piacere ho ritrovato la brillantezza degli arrangiamenti tastieristici e sinfonici che accompagnano il vostro sound, in questa foccasione avvalorati da una produzione eccellente, come avete lavorato sulle tastiere?
Giuseppe Bondì (che ricordo essere il tastierista della band) è il principale artefice dei suoni e della parte orchestrale di tutto l’album. Essendo come me un’amante dalla musica sinfonica e operistica, ha voluto per l’occasione spremere sino al midollo la sua povera workstation (GEM S3) per ottenere il massimo della qualità sonora possibile. E’ stato un lavoro che gli ha portato via quasi 1 anno ma alla fine il risultato è qualcosa di veramente evocatico e terribilmente “reale”. Niente campionatori o roba sofisticata, solo una normale tastiera e tanta, tanta passione.
La cosa positiva è che moltissima gente stenta a distinguere se si tratta di un’intera orchestra o di sinth sofisticatissimi non sapendo che dietro tutto questo materiale ci sono mesi e mesi di studio (anche matematico) su una normale tastiera che tutti potrebbero trovarsi a portata di mano. Tutta la produzione delle tastiere e delle intro orchestrali è stata fatta qui a Palermo ed è stata curata da Claudio (batterista) e da Giuseppe.

Veniamo alle liriche, mi sono documentato sul fatto storico descritto, la battaglia di Hastings, come vi è venuta l’idea di narrare l’antica vicenda dell’usurpazione sassone al trono d’Inghilterra?
L’idea è partita da Claudio (il batterista) dopo un viaggio in Inghilterra e più precisamente nelle terre di Hastings. Io ho appoggiato subito l’iniziativa dato che amo moltissimo la storia (dovendola studiare all’università…nda) e credo che nessuna saga fantasy abbia il fascino e l’epicità di un evento simile. Insomma perchè inventare storie di draghi o cavalieri quando guardando un po’ al passato si possono trovare personaggi e imprese davvero spettacolari per trame, coraggio ed eroismo.
Inoltre per noi questa tematica rappresentava una grossa sfida dal punto di vista strettamente lirico. Non potevamo soffermarci a narrare l’evento storico in modo scolastico. Insomma penso che a nessuno piaccia leggere dei testi prettamente “narrativi” in un booklet da Cd metal, quindi abbiamo cercato di rendere la storia più intrigante captando gli stati d’animo dei personaggi e i loro sentimenti.
Non ti nascondo che abbiamo lavorato su parecchio materiale storiografico per lo più, scritto in madre lingua (visto che nessun autore italiano ne parla) ma alla fine ci possiamo ritenere molto soddisfatti anche solo per il fatto che la musica si sposa magnificamente con la storia (cosa che in The lasting power purtroppo a volte non avviene).

Qualche anno fa suscitò molto scalpore il fatto che i Rhapsody non intrapresero un tour di supporto al loro esordio discografico, la band si difese affermando che per riproporre dal vivo le sonorità del disco sarebbe stato necessario un notevole sforzo tecnico, ritengo che la vostra musica, sebbene separata e distinguibile da quella della band di Turilli, possa proporre gli stessi problemi in sede live, come vi siete organizzati in merito?
Ma guarda, per noi non è mai stato un problema suonare dal vivo. Ultimamente abbiamo suonato al Dominus metal festival in Sicilia con i Vision Divine ed è andata molto bene (per chi volesse saperne di più basta andare al sito: www.metalloitaliano.it o www.succoacido.it e leggere il report della manifestazione). Per nostra fortuna siamo stati sempre abituati a suonare con il click e quindi riprodurre le parti corali e gli arrangiamenti dal vivo non è mai stato un problema dato che usiamo un registratore multitraccia su minidisk su cui registriamo tutte le parti corali ed alcuni arrangiamenti orchestrali.
Certo, c’è da dire che on stage preferiamo snellire le songs per un impatto che premi di più l’aspetto strettamente metallico, ma se non è susseguito alcun tour dopo il nostro album non vuol dire che la causa sia la stessa che preoccupava i Rhapsody di qualche anno fa. Semmai diciamo che nessuno si è mai fatto avanti con noi (e parlo di promoter, agenzie e organizzatori vari) quindi è normale che siamo rimasti confinati a suonare esclusivamente al Sud senza aver mai avuto la possibilità di esibirci dalle vostre parti. Ed inoltre la nostra etichetta ha preferito temporeggiare visto che eravamo solo al debut.
Mi auguro che quest’album ci permetta di suonare molto on stage e di poter andare in giro per l’Europa dato che molta gente puntualmente ce lo chiede.

Un nuovo aspetto è la vostra libertà compositiva rispetto alle melodie semplici, orecchiabili e di facile ascolto, naturalmente l’impianto melodico del gruppo è evidente ma a mio avviso molto più ricercato e progressivo, ricorda a tratti il lavoro dei Symphony X, vi sentite lontani dall’happy power di facile presa?
Beh… questa è una domanda che finalmente coglie in pieno la nostra essenza (se tutti i recensori fossero così attenti…). Power-Prog sinfonico: è proprio questo che volevamo ottenere da un album come “Hastings 1066” per ribadire ancora una volta che non cerchiamo la “commercialità” a tutti i costi a discapito della qualità ma preferiamo essere totalmente liberi nel processo compositivo. Figurati che persino la nostra etichetta si sarebbe aspettata un lavoro più “tradizionale” e non ti nascondo le loro iniziali perplessità riguardo la nostra maturazione artistica ma se è vero che la musica deve essere “libera” e priva di qualsiasi costrizione allora preferiamo di gran lunga essere chiamati “musicisti” da un numero ristretto di fan che “fenomeno poppettaro” da ondate di adolescenti.
Non siamo amelodici ma ci piace gustare la melodia nel giusto modo e non essere sdolcinati in ogni ritornello. Ci sono troppe boy band in questo periodo e se pure nel metal ci si ostina ad inseguire il pianto facile delle ragazzine allora è veramente finita… lasciamo che siano i tedeschi a riempirci di gioia melodica e di scontatezza musicale. Noi (italiani) abbiamo un passato memorabile fatto di autori complessi e allo stesso tempo geniali quali Verdi, Rossini , leon Cavallo ecc. Cerchiamo di attingere da queste radici musicali piuttosto che inseguire facili mode del momento.
La musica che rimane è quella “colta” e studiata e non quella usa e getta che dopo pochi giorni di ascolto ti fa venire la nausea. E’ proprio questa la differenza che intercorre tra un album come “The Divine wings of Tragedy” dei Symphony X per esempio e tutto l’happy metal tedescone che ha letteralmente devastato un mercato in crescita come quello power!

Un’altra virtù del nuovo cd è l’ottimo lavoro svolto da te, rispetto al disco di debutto mi sembri molto maturato come interpretazione e coinvolgimento, condividi questa opinione?
Condivido pienamente la tua opinione e ti ringrazio per il complimento.
Sono molto felice che la stampa internazionale e nazionale abbia notato la differenza vocale tra TLP e “Hastings 1066”. Addirittura gli elogi sono stati in alcuni casi parecchio imbarazzanti e secondo me a volte un po’ esagerati. Ma mi preme precisare una mia opinione: in questi due anni ho dovuto studiare parecchio canto lirico per adattare la mia voce (di chiara matrice glam) ad un genere così teatrale e impostato come la musica dei Thy. Se da un lato la mia voce ha guadagnato in pulizia, tecnica, potenza ed espressività dall’altro ha perso di istintività e freschezza. Purtroppo i metal kids sono molto più vicini a cantanti quali Dickson o Kiske che all’Hard americano con cui sono cresciuto io e quindi a gente come Sebastian Bach o Axl Rose per esempio.
Dico questo perché mi sento molto legato alla musica d’oltre oceano e conseguentemente anche il mio modo di cantare è stato palesemente influenzato dall’AOR e dallo street-glam. Ecco perché un album come TLP ha diviso letteralmente la critica dal punto di vista vocale. All’epoca non avevo la benché minima idea di cosa significasse la parola “tecnica”. Molti hanno apprezzato questa freschezza e questo uscire dagli schemi usuali del tipico cantato power ed altri hanno storto il muso nel momento in cui si sono ritrovati una voce “diretta” e abbastanza sporca in delle ritmiche tipicamente europee. Tuttavia lo studio mi è servito parecchio e se devo dirla tutta ho pienamente incorporato i due stili di canto. Spero che nel prossimo disco escano fuori entrambe le due anime della mia voce così da dare un tocco di originalità al tutto.
In fin dei conti non c’è cosa più bella di poter esprimere liberamente la propria timbrica e la propria vocalità in un mercato che da un po’ di anni a questa parte sembra sfornare cantanti in serie come “panini”.

Immagino che la Scarlet stia puntando molto su di voi, avete già in cantiere un tour di supporto al disco? Si parlava di un eventuale festival itinerante con tutte le band dell’etichetta…..
Oddio, non penso che il tour di supporto al disco sia collegato con un eventuale festival itinerante dell’etichetta, cosa che tra l’altro non sapevo assolutamente.
La Scarlet punta molto su di noi e questo ci rende molto appagati. Stefano Longhi ci ha promesso un tour europeo e penso di poter tranquillamente confermare quanto da lui annunciato. So che si sta muovendo in tal senso ma ancora non so dirti nulla di certo. Noi ci auguriamo di poterci accodare a qualche grosso nome ma capisci bene che qui entrano in gioco i manager e gli interessi che si vengono a creare tra le parti. Spero solo che questo desiderio si possa avverare.
Noi dalla nostra cercheremo di offrire show entusiasmanti e divertenti. Quindi occhio alle news nel nostro sito che ricordo: www.thymajestie.com

Questo inverno ho avuto modo di ascoltare qualche song in anteprima del nouvo cd grazie alla disponibilità di Vitaminic, ritengo quindi che vediate di buon grado la tecnologia di internet come via di promozione, mi sbaglio?
Crediamo molto nel potere di diffusione che ha di per sé internet. E’ un mezzo eccezionale per promuovere musica e per lanciare una band. Noi tramite mp3.com e altri siti musicali abbiamo avuto la possibilità di far circolare il nome Thy Majestie più di quanto facesse la carta stampata.
Non ti nascondo che le soddisfazioni sono state tante così come i downloads da parte di tantissima gente sparsa per il globo che proprio tramite pubblicità on-line ha conosciuto la band. Claudio Diprima (il nostro drummer) a tal proposito ha fatto e continua a fare un’ottimo lavoro di propaganda e di diffusione musicale e sono certo che se TLP è riuscito a vendere oltre le 10.000 copie, una parte del merito và sicuramente a lui e a tutta la pubblicità che ha fatto. Quindi non posso che ribadire la nostra più totale fiducia verso questa nuova tecnologia.

In conclusione vi lascio lo spazio per rivolgervi dierettamente ai lettori di Heavy-Metal.it e vi ringrazio per la disponibilità.
Semplice: andate dal vostro negoziante di fiducia e ascoltate l’album prima di comprarlo. Sono certo che vi piacerà anche solo dalle prime note.
Un saluto a tutti per la cortese attenzione. Ringrazio nuovamente Heavy-Metal.it
Stay metal !

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