Fresco di nuova release, il chitarrista e giornalista musicale Joe Matera, ci rilascia una interessante intervista sul nuovo “Slave To The Fingers” e su questo suo solo project…

 

Ciao Joe! Benvenuto su Heavy-Metal.it innanzitutto! Come è nata l’idea di creare il tuo progetto solista?

Mi è sempre piaciuta la musica strumentale, essendo cresciuto in un’era in cui passava spesso nella radio. Questo accadeva specialmente alla fine degli anni ’80, quando Joe Satriani aprì le frontiere di questo genere a più ampie vedute con l’album “Surfin’ With The Alien”; prima di allora bisogna tornare indietro negli anni ’60, quando la musica strumentale era molto popolare. Volevo fare qualcosa di simile da tanto tempo, visto che ho più facilità a scrivere musica invece che liriche, ricordando i giorni gloriosi della musica rock strumentale. Questo EP (“Slave to the Fingers” ndr) è in lavorazione dallo scorso Natale, la prima canzone che scrissi in generale invece fu “Cruise Control”, la seconda “Face Off”. Mentre lavoravo su “Face Off” ho deciso di realizzarlo come singolo nel maggio del 2011 per dare un assaggio ai fan di come sarebbe venuto il prodotto finito. Ho poi registrato cinque tracce, inclusa “Face Off”, che sono state incluse sull’ EP “Slave To The Fingers”, oltre a diverse tracce escluse dalle sessioni di registrazione che vedranno forse luce in un prossimo futuro.

Compari anche nel nuovo EP degli Atomkraft “Cold Sweat”. Come si è sviluppata la vostra collaborazione?

Conosco Tony Dolan da molti anni, siamo diventati amici circa sette anni fa e poi mi ha parlato di questa sua idea di fare la cover dei Thin Lizzy. Siamo entrambi fan dei Thin Lizzy e mi ha fatto fare un assolo nel mio stile per il pezzo e gli è piaciuto molto.

Dove hai registrato “Slave To The Fingers”?

Tutto l’EP è stato registrato da me nel mio studio, il Mercury Fire Music. Tutte le chitarre sono state registrate qui ed ho utilizzato per l’intero EP la chitarra Haywire signature. Le linee di basso sono state incise a Londra da Tony Dolan e quelle di batteria nello studio di James Strickler (Strickler’s Studio) a Denver, Colorado. James ha effettuato un ottimo lavoro di mixaggio.

Ogni componente proviene da un diverso continente, ci sono stati problemi durante le recording sessions?

Non più di tanto, è stata una bellissima esperienza. L’opportunità che la tecnologia di oggi aiuta gli artisti è davvero incredibile; nei giorni di registrazione analogica tutti i componenti dovevano essere per forza nello stesso posto, mentre oggi questo non è più necessario! In più lavorare con Tony e James, che sono ragazzi bravissimi e molto professionali, ha reso il lavoro decisamente più semplice.

Hai qualche idea riguardo la creazione di un album intero?

Si, ho già scritto del materiale per un full length, ma ci vorrà del tempo prima che vedrà luce. Per me scrivere materiale è la conseguenza di ispirazione, non è una cosa che posso pianificare, solitamente lavoro per un certo periodo con un’idea e quando lo ritengo opportuno la registro. Ci saranno senz’altro altre uscite strumentali da parte mia.

Perchè hai scelto di comporre soltanto materiale strumentale?

Perchè non sono un cantante e la chitarra è il mio strumento principale, è l’unico strumento che esprime anima  e voce nella musica. La voce esprime una melodia che viene sostenuta dalle liriche, io uso la chitarra allo stesso modo, per esprimere la melodia facendola convergere in note, toni e testi fatti per chitarra e non per parole.

Secondo me hai fatto un ottimo lavoro, visto che la tua chitarra rispecchia perfettamente una immaginaria linea vocale molto definita!

Grazie per il complimento, sono molto contento che pensi questo! E’ dura scrivere musica senza una linea vocale, perciò avere un complimento come quello significa che ho fatto centro, sostituendo la voce con una chitarra potente!

C’è una canzone in particolare che ha un significato speciale per te?

Hanno tutte qualcosa di speciale, è difficile sceglierne una in particolare, è come scegliere un figlio tra tutti gli altri. Sono tutte le mie preferite!

Potresti farmi un breve track-by-track dei brani?

Intro: E’ attualmente chiamato “Heavy Duty” e l’ho creato in studio, una sorta di riff in stile AC/DC. Quando l’ho creato e registrato ho pensato che fosse come un qualcosa che ti colpisce dritto alla testa e ti sveglia di colpo, così l’ho usato come intro.

Slave To The Fingers: La title track, evolutasi da un brano acustico che avevo scritto. L’ho trasportata in versione elettrica ed ho riscritto la progressione degli accordi rifinendo la melodia. Mick McConnell degli Smokie ha contribuito con un ottimo assolo sul finire della traccia.

Cruise Control: Un altro pezzo proveniente da un brano totalmente acustico che scrissi il giorno di Natale del 2010. Mentre lo traducevo in elettrico ha cominciato ad aprirsi melodicamente ed ho aggiunto diverse parti di chitarra armonizzata. Nuovamente l’ho rifinita e sono stato soddisfatto del risultato.

Out Of The Blue: Questo è l’ultimo brano che ho scritto per l’EP e quello che ha richiesto meno tempo. Ho scritto molte delle melodie e degli assoli in studio ed è stato anche l’ultimo pezzo ad essere registrato.

Face Off: Ho scritto il giro di accordi ed i riff ben prima di avere in mente di creare un EP. Il motivetto del brano è stato rinchiuso nella mia testa per settimane, poi l’ho inciso su un demo e ci ho lavorato sopra fino a portarlo a traccia finita. Rick Brewster della band australiana The Angels ha eseguito un bellissimo assolo in questa canzone.

Quali sono i tuoi artisti preferiti?

Molti provengono dal rock classico come i Led Zeppelin, Bryan Adams, Cheap Trick, Boston, Foreigner, Pink Floyd… Molte band che hanno una buona chitarra. Strumentalmente invece adoro alcuni lavori di Jeff Beck, Joe Satriani, e tornando indietro nel tempo, i The Shadows, una delle prime band di successo a suonare brani strumentali ed una delle prime band che ho imparato a suonare quando ho iniziato con la chitarra. I miei genitori sono italiani e sono cresciuto con molta musica italiana in casa, tra i miei preferiti Umberto Tozzi e Zucchero.

Sei anche un giornalista musicale, per chi scrivi attualmente? Stai lavorando su qualche articolo in particolare?

Sono un freelance, quindi non lavoro per una testata specifica. Al momento ho collaborato con la rivista americana Guitar World e mensilmente con Ultimate-guitar.com. Ho anche contribuito, anche se meno frequentemente, con la rivista italiana Chitarre.

Qual è il messaggio portante che vuoi lanciare con la tua musica?

Il mio messaggio è quello di far stare bene l’ascoltatore, creando musica che può essere impiegata come colonna sonora della vita di tutti i giorni, specialmente durante i viaggi; molte persone, fan ed amici, che apprezzano la mia musica, dicono che è perfetta per i lunghi viaggi in macchina. Quando una persona ascolta la mia musica e questa gli trasmette qualcosa di positivo il mio messaggio è passato.

Hai qualche idea riguardo ad un tour?

Sarei interessato ad un tour in Europa, ma non c’è ancora niente di concreto per il momento. Fortunatamente l’EP ha creato un sacco di fans ed un seguito, quindi qualche promoter mi ha invitato. Mi piacerebbe molto, ma per i miei piani devo aspettare ancora, per quanto ancora sarà il tempo a dirlo, ma spero presto.

Avresti una differente line-up per i live?

Se venissi in Europa avrei senz’altro Tony Dolan al basso e con un pò di fortuna anche James, ma senza avere nulla di concreto riguardo ad un tour, al momento non ho una risposta migliore da darti! Per le date australiane, vista la distanza notevole, ho due componenti locali, anche se per il momento ho suonato solo qualche show acustico, anche se spero di fare qualche gig qui in Australia il prossimo anno.

Com’è la scena rock in Australia?

La scena è vibrante e corposa qui per le band, c’è molto duro lavoro da supportare per la stampa locale. Come è stato anche per AC/DC ed Airbourne, bisogna prima andare fuori dal paese per costruirsi un seguito solido. L’Australia è molto piccola ed è molto difficile vivere suonando qui, i più hanno infatti anche un altro lavoro.

Come sei entrato in contatto con la WAR Productions?

Alex Wieser, il creatore di questa etichetta, mi ha inizialmente contattato per acquistare una copia di “Face Off”, che gli piacque molto. In seguito mi chiese se avevo altro materiale da mandargli, glielo mandai e gli piacque molto, così quando decise di produrre il nuovo EP degli Atomkraft mi propose di produrre anche il mio sotto la sua etichetta. Ha fatto davvero un ottimo lavoro e mi sento molto fortunato ad avere il mio EP realizzato sotto la WAR ed a lavorare con Alex. Ogni artista cerca di trovare un’etichetta che dia alla sua musica il giusto valore e rispetto con una buona promozione ed Alex continua a farlo, tutto questo ed anche di più. Ad ogni modo la WAR produce anche altra musica oltra alla mia e ci sarà una permanenza duratura tra noi!

Descrivimi lo stile di Joe Matera in tre parole.

Melodico, tastabile e stilistico.

Vuoi rimanere un progetto strumentale o conti di inserire una voce prima o poi?

Attualmente voglio continuare in entrambe le vie, proseguirò componendo materiale strumentale ma anche altro strutturato per l’aggiunta di una voce. Infatti sto anche co-incidendo un album rock con Rick Davenport che è il cantante/chitarrista della metal band See Red e che ha anche fatto alcuni show con gli Atomkraft nel 2011. Il disco uscirà sotto il nome di Davenport/Matera ed il genere sarà rock melodico nello stile di band come Thin Lizzy e Wishbone Ash.

Grazie mille per il tuo tempo, ti lascio le ultime parole se hai un messaggio per i lettori o per i fans.

Vorrei ringraziare tutti i miei fan per continuare a supportare me e la mia musica; sono sicuro che un giorno riuscirò a fare qualche show in Italia così potrò incontrare i miei amici e fan italiani. Spero che sia il più presto possibile!

JOE MATERA Homepage:
http://joematera.com

W.A.R. Productions official Facebook profile:
https://www.facebook.com/W.A.R.Production

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