Nuova fatica discografica per gli svizzeri Pure Inc., band che da sempre ha amato definire il proprio stile musicale come un genere di “confine”. Il gruppo si è da sempre votato alla ricerca di un suono puro, diretto, senza alcun artificio, impreziosito da riff potenti, energici, assassini e da una sezione ritmica che impone ai brani dei tempi che definire indiavolati è un puro eufemismo. Il processo di maturazione della band, iniziato da una lunga gavetta fatta di concerti, proseguito con la pubblicazione, nel 2004, del debutto Pure Inc., continua inarrestabile con quest’album che è stato prodotto con la collaborazione di Tommy Vetterli nei leggendari Newsound Studios e che segna un nuovo, importante capitolo della loro carriera. Ascoltando quest’album ci si rende subito conto che, a differenza di quello che molti pensano, per produrre un album ben riuscito basta proporre un suono che sia in grado di infondere tutta la sua forza e la sua energia a chi lo ascolta. Il gruppo, guidato dal carismatico, aggressivo, eclettico e talentuoso singer Gianni Pontillo, mette subito in chiaro le sue intenzioni con una serie di pezzi al fulmicotone, “Saviour”, “Break Free” e “I’m A Rolling Stone”, “Burst”, con il suo inizio quasi in sordina che si tramuta in un crescendo di rara potenza e “Skinflint”, una miscela letale di riff potenti e chorus melodici ed accattivanti, impreziositi dal titanico lavoro della sezione ritmica condotta da Andreas Genter e Dave Preissel, dei veri cavalli di battaglia composti appositamente per essere eseguiti in sede live. Dopo questa overdose di adrenalina il gruppo ci regala “I’ll Let You Go”, una ballata struggente ed atmosferica che, se eseguita in sede live, avrà l’effetto devastante di una freccia scoccata da Cupido. Un pezzo da cantare a squarciagola, battendo le mani ad occhi chiusi. Ed ecco che l’adrenalina torna a livelli esagerati con “Sick As I Am”, una mazzata sonora di rara potenza che non concede la minima tregua alle orecchie dell’ascoltatore mette in mostra il cantato aggressivo, sporco, caldo e coinvolgente di Pontillo. Per concludere posso solo aggiungere che questo disco, nonostante sia ben fatto, è penalizzato da una produzione che non rende perfettamente giustizia alle caratteristiche ed alle potenzialità del gruppo. Comunque è un buon disco che si lascia ascoltare e che potrei consigliare a chiunque ami la musica pura, senza fronzoli ed artifici tecnici.

A proposito dell'autore

Post correlati