Gli OPERA IX, storica band pagan/black metal Italiana, tornano a far parlare di sè dopo qualche anno di silenzio a livello discografico: è infatti prevista a breve l’uscita di un nuovo album. Chitarra e batteria ci raccontano qualcosa a riguardo… .


L’uscita del vostro nuovo lavoro è ormai alle porte. Quali sono le tematiche salienti? Il concept?

Ossian:
Strix è la conclusione di una trilogia iniziata con Maleventum e le tematiche si basano sulla storia e le pratiche della stregoneria dai tempi antichi come retaggio di culti precristiani sino all’oscuro medioevo dove l’idiozia e la follia della religione rivelata ammanta tutto di nero,sangue e morte. Abbiamo per la prima volta introdotto anche dei brani completamente in Italiano antico che sono la trasposizione letterale di antiche leggende su storie di streghe e sabba del nostro territorio, insomma una nostra elaborazione ma estrapolata su documenti storici e reali, ad esempio “Earth and fire” si basa su di un vero processo documentato nel 1471 di una strega arsa al rogo, documento che io stesso ho consultato presso l’archivio di stato della mia città.

Tra l’altro, abbiamo già avuto un assaggio di quello che sarà il vostro nuovo album tramite il videoclip Mandragora, e tettazze della super gnocca protagonista a parte :-P si avverte sin da subito un considerevole cambiamento di sonorità: da quelle tipiche claustrofobico-epiche ad atmosfere addirittura sconfinanti nell’horror: come avete lavorato a questo STRIX a livello di composizione e arrangiamenti?

Dalamar:
Questo album segna una svolta decisiva a livello compositivo per la band.
La prima grossa differenza che salta “all’orecchio” è la scelta di utilizzare due chitarre, che ci ha portato verso una direzione più ritmica rispetto ai precedenti album. Ci si accorge subito di alcuni riff, mai usati prima, come ad esempio l’intro di Dead Tree Ballad, dove le chitarre di Ossian e M seguono all’unisono il groove di Cassa. Inoltre la seconda chitarra ha permesso a Ossian una maggior libertà con assoli  o variazioni sulle ritmiche di M.
Le novità non si fermano qui, infatti abbiamo fatto un’altra scelta che potrebbe all’inizio disorientare i nostri vecchi fan: l’ utilizzo delle tastiere.
Ascoltando l’album vi accorgerete ben presto che rispetto ad un tempo le tastiere sono meno presenti, questa è stata una scelta molto precisa, perché abbiamo inserito le tastiere solo in precisi punti dove volevamo che certe sensazioni fossero più palpabili, mentre in altre parti volevamo un suono più diretto e aggressivo e due chitarre davano esattamente quello che volevamo.

…e a livello di etichetta? Altra cosa che salta all’occhio è un cambio in questi termini: che è successo?

Dalamar:
Dopo anni con Avantgarde abbiamo cercato un’ etichetta che potesse valorizzare al meglio il nostro lavoro, ed inizialmente l’accordo con Displeased sembrava essere la scelta giusta per il futuro degli Opera IX. Purtroppo la professionalità di alcune label non va di pari passo alle promesse, per cui abbiamo passato un paio di mesi contrattando con altre etichette. Quello di cui avevamo bisogno l’abbiamo trovato finalmente con Agonia records, che ad oggi sta svolgendo un ottimo lavoro e oltre ad ascoltare i nostri consigli propone idee molto valide, come l’idea di stampare l’album anche in vinile e in vinile d’orato con tiratura limitata a 100 esemplari.

Previsioni per l’uscita del nuovo album, in termini di gradimento e in termini di vendite, soprattutto all’estero, dove andate abbastanza forte direi!

Dalamar:
…a livello di vendite non possiamo fare previsione, come ben sappiamo il panorama del music business è molto cambiato negli ultimi anni. Chiunque può senza problemi ottenere musica gratuitamente a discapito delle band che come noi ci mettono l’anima per creare qualcosa.

Ma a fronte di tutto ciò noi siamo molto positivi, crediamo nelle potenzialità dell’album e anche Agonia ci crede.

E in termini di promozione? Come avete intenzione di promuovere dal vivo il vostro ultimo lavoro? Qualche tour bello tosto?

Dalamar:
Da parte nostra la priorità sono sicuramente i live. Tramite Agonia dovremmo fare un mini tour Europeo di almeno 15 date e per l’Italia la Eagle Booking sta preparando un piano live.

…a proposito di concerti, abbiamo visto che avete già esordito in sede live con la nuova formazione ad Ottobre. Qual’è stata la reazione del pubblico? avete presentato già brani di quest’ultimo STRIX?”

Dalamar:
Il live era proprio stato fatto per dare un’assaggio del nuovo album, per cui la scaletta era incentrata principalmente su Strix.

Il pubblico ha risposto davvero bene! Soprattutto sui nuovi brani, che in sede live hanno una “botta” pazzesca.

Leggo nel vostro sito che ora avete ufficialmente una formazione a 4, ma le tastiere sono sempre molto importanti nel vostro sound: come mai la scelta di un session? Come è avvenuta la ricerca?

Dalamar:
La scelta di un session al posto di un membro ufficiale è dettata da esperienze non proprio positive avute in passato. Dopo la dipartita di Lunaris non è stato facile trovare qualcuno che lo rimpiazzasse e abbiamo trovato ottimi musicisti, ma mai qualcuno veramente integrato con la filosofia Opera IX. Per questo motivo al momento ci interessa avere un buon session. Per l’entrata ufficiale di Alexandros (attuale session), dovremo attendere ancora un po’ di tempo.

Gli Opera IX non sono solo una band, sono un modo di pensare e di vivere.

Siete una tra le più longeve band Italiane, e con una considerevole esperienza. Cosa ha potuto vedere il vostro occhio in tutti questi anni? Quali sono i cambiamenti, nel bene e nel male, nello scenario metal Italiano che avete detectato durante la vostra quasi trentennale attività?

Ossian:
Ci sono molti aspetti che sono mutati negli anni, sicuramente oggi l’organizzazione in ambito musicale è notevole a differenza degli anni 80/90, oggi probabilmente diventa difficile parlare di underground, nel vero senso della parola, tutti hanno la possibilità di promuovere la propria musica con gli stessi mezzi delle band più importanti, c’e’ più diffusione e soprattutto qualità sia tecnica da parte dei musicisti che audio, insomma c’e’ stata una bella evoluzione. Purtroppo non tutto è andato per il verso giusto, oggi si è appiattito molto l’entusiasmo dei fans, le reazioni non sono sempre direttamente proporzionali con l’energia espressa da una band, posso capire che la scena è inflazionata e l’originalità non è sempre il cavallo di battaglia di molte bands moderne, ma se nei primi anni 80/90 un concerto era sempre visto come un “evento” a cui non si poteva mancare oggi non è più cosi’ e ne ho visti alcuni che pur avendo in scaletta nomi di tutto rispetto, il pubblico non superava la ventina delle presenze….questo insieme al file sharing PIRATA sicuramente non crea giovamento alla nostra musica ed alla scena metal estrema.Riguardo a tutta la scena metal italiana, si potrebbe scrivere un libro, anzi forse lo stanno già scrivendo in quanto ho da breve compilato una scheda ed un’intervista per una pubblicazione che uscirà prossimamente  per le edizioni Tsunami, da non perdere e li ho raccontato parecchi aneddoti.

E’ il momento dei saluti. Grazie per la disponibilità e … lascio a voi la parola!

Dalamar:
Grazie a voi dello spazio dedicatoci, e colgo l’occasione per ringraziare tutte le persone che ci hanno supportato e che ci stanno supportando in questa nostra avventura. E Strix è la prova che esiste ancora una scena metal attiva in Italia.

Ossian:
Grazie e continuate a supportare il metal made in Italy a dovere.

 

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