In un clima, quello degli anni ’80, dove il metal spopolava ancora, c’era spazio anche per una rivoluzione contenutistica non indifferente all’interno del genere più cattivo e marcio di sempre. Iniziatori dell’avvicinamento a tematiche cristiane furono gli Stryper, i quali ebbero non poche difficoltà nel far accettare alla frangia più estrema il fatto che non esistesse solo il satanasso da adorare. Da qui in poi, seppur relegata spesso e volentieri nell’underground, fiorì una discreta scena che prese il nome di Christian Metal o White Metal e che incorpora anche un ventaglio stilistico tutto sommato non troppo uniforme, ma accomunato da liriche a tema religioso.
Di questa macro-categoria han fatto parte anche gli americani Legacy, da non confondere con gli omonimi connazionali dai quali si formarono poi i Testament. La discriminante del lavoro omonimo che i cinque di Columbus (Ohio) pubblicarono nell’ormai lontano 1988 è quella di un hard rock melodico con qualche riff più tendente al metal, ma in generale il feeling che si respira è piuttosto ricco di ariosità e grandi cori.
Naturalmente è ovvio che in questo disco non c’è il minimo accenno ad un approccio nuovo alla materia, nemmeno per gli standard dell’epoca, ma alla fine “Legacy” è un lavoro piacevole e questa ristampa riporta alla luce una band dimenticata che può oggi avere la chance di diffondere il proprio messaggio di fede e speranza.
Ultima nota da segnalare è la colpevole assenza di tracce bonus e, soprattutto, di un booklet curato, visto che quello allegato al disco si compone di poche note sui testi e qualche fotografia d’epoca. Forse la casa discografica avrebbe dovuto curare di più questo aspetto, ma comunque quello che conta è che la musica sia di buona qualità.

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