A quasi dieci anni dal suo debutto discografico Lana Lane rende omaggio al paese del sol levante che molte soddisfazioni le ha regalato (sia economicamente che come risposta di pubblico nelle esibizioni live) con questo doppio disco antologico dal vivo che ripercorre gran parte della sua gia’ notevole carriera solista. Lana Lane, assieme al marito Erik Norlander, compositore e musicista poliedrico e dalla notevole vena creativa (Rocket Scientist, Ayreon fra le sue creature piu’ innumerevoli collaborazioni), sono riusciti nell’intento di coniugare nella loro musica l’hard rock degli anni settanta, la magniloquenza delle tastiere vicine a sonorita’ prog rock e un impatto sonoro moderno e potente in una struttura ormai collaudata e di sicuro impatto. Il suono e’ proprio la caratteristica principale di Lana Lane e dei suoi lavori, particolarmente in questo ultimo parto discografico dove la brava cantante mette in mostra tutto il suo repertorio.

La scaletta di questo “Return to Japan” ci presenta benissimo i momenti topici della gia’ decennale carriera della Lane, ventisei brani curati alla perfezione, suonati in modo ineccepibile e con la non trascurabile caratteristica della mancanza di un elemento predominante rispetto ad altri. Di solito in questi casi si tende a mettere in evidenza l’elemento vocale caricandone eccessivamente la presente, invece qui ci troviamo di fronte ad un gruppo molto ben bilanciato dove i momenti strumentali sono frequenti e ben alternati con le parti cantate, questo rende il tutto piu’ eterogeneo allontanando qualunque sentore di noia nonostante la durata dell’intero live.
I due dischi sono bilanciati e l’alternanza dei brani appare ben ponderata, veramente notevole, oltre al gia’ citato Norlander, e’ sicuramente il chitarrista Neil Citron che riesce ad essere presente senza divenire ingombrante; sarebbero da sottolineare diversi momenti ma per il primo CD ne scelgo solo uno su tutti, la bella ed evocativa “Secrets of astrology” veramente ben eseguita.
Nel secondo, e piu’ breve, CD spiccano indubbiamente le cover di alcuni brani decisamente famosi, si va dall’esecuzione della splendida “Seasons end” dei Marillion (periodo Hogarth ovviamente), al classico “In the court of the crimson king” dei progressivi King Crimson. Chiude il lavoro ancora una cover, quella “Long live rock’n’roll” inno rock dei seminali Rainbow di Ritchie Blackmore e Ronnie James Dio dall’omonimo disco, una chiusura all’insegna del rock piu’ focoso e diretto quindi, momento in cui Lana Lane si confronta con una delle voci piu’ importanti del panorama del rock duro e ne esce in modo dignitoso puntando piu’ sulla sua di voce che su un inutile (ed impossibile) inseguimento allo stile del riccioluto Dio.
Insomma un discorso vario quello di questo duo artistico formato dai coniugi Norlander e Lane, due artisti che sono stati capaci di ritagliarsi un notevole spazio nel panorama musicale odierno con realizzazioni di qualita’ elevata, questo live non fa eccezione e si candida ad essere annoverato come uno dei momenti addirittura migliori fra le loro produzioni.

Se conoscete gia’ questi artisti probabilmente saprete gia’ se prendere o meno questo disco, se siete scettici invece ve ne consiglio l’ascolto, potrebbe non piacervi il genere ma sono sicuro che sarete concordi con me nel sottolineare la validita’ di questo live.

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