Un album in cui il solo fattore di meraviglia e l’unica notizia risultano essere concentrati nell’atteggiamento tentennante degli Illdisposed. E’ così che si pone all’ascolto dei più il nuovo ‘Burn Me Wicked’, disco che segna il secondo tomo dell’anomala avventura della formazione europea con la Roadrunner Records.
L’episodio, apparentemente concentrato a livello tematico sulla dipendenza dalle droghe, riparte esattamente da dove il precedente ‘1-800 Vindication’ aveva concluso. Semplice, dunque, intuire le coordinate di un disco che, pur puntando sulla solita, trita, ritrita proposta sicura, sembra non avere ben chiara la direzione precisa da intraprendere.
I brani puntano decisamente su quel death-thrash mai troppo accelerato che, come già detto, ha scandito le ultime uscite della band e che riesce ad esprimersi al meglio nei passaggi caratterizzati da mid-tempo rallentati. Il brutale stile vocale ribassato di Bo Summer non riesce, infatti, a sposarsi al meglio con i molteplici episodi in cui le composizioni tendono a distendersi o offrire qualche sprazzo di modernità. Synth, sample, voci femminili e puliti, a livello verbale, possono apparire come validi tentativi di rinnovarsi e rendere ariosità al lavoro ma, a conti fatti, sono un ulteriore passo verso il già sentito, accostamenti mal concepiti ed una disarmonia interna imperdonabile a questi livelli. Quando ci si accorge, a metà tracklist, che neanche aiuti “pesanti”, come quello di Mikkel Sandager (Mercenary), risultano utili nella missione di spolverare la proposta, il rimpianto e la nostalgia di quella polvere occultata in malo modo dai cinque diventano più forti che mai.
Nonostante un’omogeneità tra i brani piuttosto marcata, dunque, la scollatura interna risulta fin troppo decisiva e pesante quando si va a giudicare ‘Burn Me Wicked’. Un album suonato benissimo, prodotto in maniera a dir poco eccezionale ma che, a livello puramente artistico, non fa altro che sottolineare lo stato di salute non certo strabiliante della band danese. Promozione massiccia, popolarità e carriera longeva aiuteranno a far piacere un disco che, confrontandolo con la concorrenza, difficilmente riceverebbe attenzioni.