Canadesi di nascita , arrivano al secondo album gli Icewind con questo disco intitolato “Again Can The Storm” originariamente uscito alla fine del mese di novembre dell’anno appena passato. Un disco che si fa apprezzare sotto diversi aspetti a cominciare dalla produzione limpida e ben articolata, il songwriting è davvero notevole anche se bisogna rimanere con i piedi per terra e considerare che la band si muove su piste gia’ battute in precedenza da un altra miriade di band.
Il loro power metal fortemente influenzato da gruppi come Stratovarius e Sonata Artica, presenta una grande linea melodica per quasi tutta l’intera durata del lavoro, infatti il suono risulta piacevole al punto giusto, grazie anche alle ottime chitarre di Menard e Poliquin colonna portante di molte song.

Si parte con “Signs of Temptation” forte di un suo intro glorioso e un ritornello fottutamente melodico, “Blood Stained History” e “My Glorious Burden” invece sono costruite su ritmi davvero serrati e trascinanti, mentre “My Own Tragedy”, “The Last March” e “Hymn For a Brighter Dawn” rappresentano le vere hit del lavoro, finalmente la voce di Langelier comincia a prendere forma e sostanza, i suoni sempre piu’ invischiati da pesanti e convincenti trame power progressive, chitarre avvincenti e riferimenti non casuali e ben strutturati vicini ai vecchi Maiden, danno un impennata notevole alla qualita’. Ma non è tutto oro quello che luccica, infatti anche se i pezzi generalmente fino alla fine funzionano arricchiti sempre da una splendida struttura melodica ritorna l’incubo dei pochi elementi distintivi rispetto a chi in passato li ha preceduti, basti ascoltare “As Fool We Dance”, “Oh Winter Morning” e la semi-ballad title-track dal finale epico per ritornare sui binari della sufficienza.

In conclusione i giovani Icewind hanno ancora da crescere in personalita’, ma rispetto a tante altre band possono ancora lasciare il segno nella scena metal, la stoffa non manca, la musica infatti viene suonata ad alto livello e quindi i buoni auspici non possono che essere augurati con immenso piacere, per un disco quindi consigliato, di conseguenza, agli amanti del genere.

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