I Falconer sono una power metal band nata nel 2001 dall’ex Mithotyn Stefan Weinerhall e nel breve arco di quattro anni sono riusciti a comporre ben altrettanti album che hanno consentito ai cinque svedesi di raggiungere un certo successo e di ritagliarsi una certa fetta di popolarità all’interno della scena metal europea. Personalmente questa band non è mai riuscita ad emozionarmi più di tanto e questo nuovo “Grime Vs. Grandeur” conferma ancora una volta quelle che sono le mie impressioni, in altre parole che il gruppo sia nato solo per fini commerciali.

Le dieci canzoni che possiamo udire all’interno di “Grime Vs. Grandeur”, basano la propria essenza su di un power metal tirato e piuttosto serrato, dalle ritmiche veloci ed esaltanti, complice una sezione ritmica di tutto rispetto che vede l’ex Mithotyn Karsten Larsson autore di una prova piuttosto convincente; altro punto in favore della band è il cantato di Kristoffer Göbel assolutamente ispirato dietro il microfono e ideatore di linee melodiche il più delle volte interessanti anche se a tratti un po’ troppo scontate e lineari. Anche le chitarre svolgono un ruolo piuttosto buono all’interno dell’economia dei pezzi riuscendo a creare degli ottimi riff, da brivido quelli di “No Return” e di “The assilant”, con suoni moderni e potenti.

A questo punto vi starete chiedendo che cosa c’è che non va all’interno di questo disco. Ebbene la risposta è molto semplice: “Grime Vs. Grandeur” manca d’inventiva, manca cioè di quella scintilla che permetta a tutti i pezzi di decollare e di acquisire una propria personalità che li renda diversi l’uno con l’altro. Nonostante la presenza di brani piuttosto interessanti come la maideniana “No tears for strangers”, l’oscura “Jack the knife” e la conclusiva “Wake up” che alterna parti tiratissime ad altre più melodiche ed epiche, questo disco purtroppo vale poco.

Alla fine dell’ascolto non mi rimane molto da dire: le idee ci sono e anche le capacità tecniche da parte d’ogni singolo componente della band. Peccato per la scarsa inventiva che rende i brani troppo simili tra loro. Terminando, questo disco farà sicuramente felici i fan dei Falconer; per chi invece cercasse qualcosa di più personale e di più ricercato, consiglio di orientarsi verso altri lidi.

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