Quale miglior modo di festeggiare il quindicesimo compleanno di una band se non registrare uno dei migliori live della propria carriera? Ed è proprio quello che gli svedesi Hammerfall hanno deciso di fare. Il concerto tenutosi in un piccolo villaggio della loro terra madre, la Svezia appunto, a fine luglio 2012, è diventato oggetto di un doppio CD, nonchè DVD/Blu-Ray version.

Stiamo parlando di “Gates of Dalhalla”, (titolo che prende spunto dal nome dell’anfiteatro svedese ove si è svolto il concerto), live della band pubblicato il 30 novembre da Nuclear Blast. Un doppio CD che non solo racconta la storia del gruppo, attraverso i più grandi successi dei loro 8 album, a partire dal primo Glory to the Brave, fino ad arrivare al più recente Infected, datato 2011, ma consente, a chi non ha avuto il piacere e la possibilità di prendervi parte, di godersi un ottimo spettacolo, power metal a 360 gradi, firmato Hammerfall.

Ed è proprio per questo che la recensione che segue non sarà solo una classica analisi track-to-track dell’album, quanto piuttosto una descrizione di emozioni, di atmosfere, di sensazioni, simile quasi ad un live report…

La suadente voce appartenente al gentil sesso fa da intro al concerto. L’ammiccante signorina di turno attira tutte le attenzioni verso il palco e da il via ad un incalzante conto alla rovescia. Lo spettacolo prende vita e Patience Zero, con le chitarre come attrici protagoniste, da il benvenuto ai presenti. Il ritmo si fa un pò più veloce, le voci si scaldano sul palco (non che ne avessero bisogno…) e la band capitanata da Joacim Cans propone Heeding the Call.

Impossibile non riconoscere già dalle prime note Any Means Necessary, brano tratto dall’album “No sacrifice, No victory”, così come è impossibile non cantarne il familiare ritornello. Il coro del pubblico si percepisce nettamente, e l’applauso nasce spontaneo al termine dell’esecuzione.

Power che esce da tutti i pori con i brani che seguono: B.Y.H., Riders of the Storm, Let’s get it on e Crimson Thunder, tratta dall’omonimo album.

Qualche istante di silenzio e poi… gas ai motori! Il tipico suono di una moto che accelera non può che introdurre Renegade. Forte drumming che tiene il ritmo, chitarre che graffiano e motori che sgasano tra una strofa e l’altra. Il pubblico prende parte allo spettacolo, il coro è unanime.

Blood Bound, e il battito incessante delle mani dei fan che ne tengono il ritmo, Last Man Standing, più tranquilla e d’atmosfera e l’energica Fury of the Wild, tre brani che vantano come special guest Stefan Elmgren, ci portano al momento in cui è Anders Johansson e le sue pelli a tenere banco. 3:12 di drum solo, 3:12 di adrenalina. Non aggiungo altro.

Siamo giunti al giro di boa, e il lentone Always Will Be mette in evidenza le indiscutibili doti canore di Joacim. Ancora un brano dell’ultimo album, Dia De Los Muertos, ed ecco che i cinque svedesi si esibiscono nel primo brano appartenente all’album d’esordio della band, Steel Meets Steel. Boato d’entusiasmo ai primi cenni, il primo amore non si scorda mai, ed oltretutto troviamo un gradevole ospite sul palco: Mikael Stanne, che ha messo da parte per una sera i suoi Dark Tranquillity.

E’ la volta di Threshold, che apre il secondo CD, al termine della quale il frontman riesce giusto ad accennare “… The dragon lies“, ed il pubblico preparatissimo risponde: Bleeding!”. Ed un inaspettato Jesper Stromblad (In Flames), armato di chitarra, prende parte all’esecuzione.

Let the Hammer Fall, tratta da Legacy of Kings, non poteva mancare all’appello, e la band gioca col pubblico in un alternarsi di cori. Atmosfera intensa durante När Vindarna Viskar Mitt Namn (special guest: Roger Pontare), per poi riprendere a pieno ritmo con Something for the Ages.

Altro momento solenne, imponente e tanto di cappello alla voce di Joacim durante l’epica The Templar Flame.

Con i tre brani successivi, si apre il capitolo dove è il coro a far da padrone: Oh Fortuna (brividi), Glory to the Brave (accendini accesi) e One More Time (cavalcata per riprendersi un pò), che vantano la partecipazione del Team Cans.

E dopo l’autocelebrativa  Hammerfall, si chiude il live con Hearts on Fire, successone dell’album Crimson Thunder, eseguita all together con gli ospiti che hanno preso parte allo spettacolo…

E che spettacolo!! Peccato non esserci stata … Se un semplice supporto fisico, quale un CD, riesce a trasmettere tale emozione.. Figuriamoci dal vivo!!

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