Nuovo disco, nuovo live, sembra essere questa la regola per i gruppi metal in questa fine primavera 2003. E si perchè anche per gli Edguy, dopo 5 album e mezzo (il mezzo è la ristampa del debut “Savage Poetry”) è giunta l’ora di pubblicare il proprio live. Doppio, ovviamente, come sembra prassi consolidata di quasi tutte le etichette, oggigiorno.
Il disco è stato registrato durante l’ultimo tour mondiale della band tedesca, ed è sicuramente un gran bel live.
Buono il suono degli strumenti e la resa audio in generale, bella la scaletta che spazia un po’ fra tutta la produzione della band, ma quello che mi è piaciuto di più è sicuramente lo spirito “retrò” del live. Mi spiego meglio: a differenza di molti altri colleghi metallari che sono soliti riprorre dal vivo le canzoni pari alla versione da studio (almeno per quanto possibile), gli Edguy hanno optato per inserire qualche modifica, variazione e divagazione in più, compresi divertenti giochi col pubblico.
Quando parlo di divagazioni, sia chiaro, non intendo lunghissime jam di improvvisazione come gruppi hard rock degli anni ’70 del calibro di Led Zeppelin o Rainbow, ma in ogni caso lo sforzo è apprezzabile ed è sicuramente un punto a favore del disco e del gruppo.
Su tutte ascoltatevi, ad esempio, la già lunga “The Pharaoh” che in questa versione arriva a superare i 15 minuti di durata.
E tornando a parlare di scaletta, come si può non citare la bella parentesi dedicata ad Avantasia, con due tracce estratte entrambe dal primo capitolo? Come tutti saprete Avantasia è il riuscitissimo progetto solista del leader del gruppo, ovvero Tobias Sammet, ed è caratterizzato dalla presenza di numerose guest star, specialmente dietro al microfono. Ovviamente in queste versioni live è tutto cantato dal buon Tobias, con l’aiuto degli altri componenti del gruppo ma soprattutto del pubblico. Pubblico che si rivela molto caloroso e, come già detto, molto disposto al gioco con il frontman.
Alcuni storceranno un po’ il naso a leggere queste parole dipingere le performance di Sammet, ma a mio avviso si è dimostrato, specie nelle uscite più recenti, un personaggio dotato di un buon carisma. La voce, invece, non è di sicuro a quei livelli, neanche su disco, dove risulta alle volte un po’ troppo stridula e nasale, specie quando gioca a fare il Kiske. In ogni caso, questo difetto non mina la riuscita del disco, che ha veri punti di forza negli splendidi pezzi provenienti da “Vain Glory Opera”, come la conclusiva “Out of Control”, “How Many Miles” o la title-track tratta proprio da quel disco.
Ma anche canzoni come “Land of the Miracle”, che considero uno degli episodi meno riusciti dell’album “Theater of Salvation” acquista in sede live nuovo vigore e nuova forza.

Insomma, un buonissimo disco per un buon gruppo come gli Edguy, che può servire come tutti i live a far conoscere la band a chi ci si vuole avvicinare per la prima volta, con la peculiarità, questa volta, di avere un valore aggiunto anche per i fans di lunga data, proponendo versioni diverse, e magari ancor più interessanti, di canzoni già conosciute a menadito nella classica versione studio. Fateci un pensiero.

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