I Dornenreich (che a quanto leggo dalle note allegate al promo sono ormai un progetto del solo Eviga) hanno già pubblicato diversi dischi, tuttavia “Durch Den Traum” è il loro primo lavoro che sento e non è decisamente riuscito a invogliarmi ad ascoltare gli altri. Il disco in questione non mi ha infatti colpito (mi ha anzi piuttosto irritato), pur essendomi chiaro che non è senza valore. Le 8 tracce di “Durch Den Traum” contengono un criptico ed ostico misto di black, folk, ambient e qualcos’altro ancora. La miscela tuttavia è tale che nonostante i molteplici ascolti non sono riuscito ad entrare in sintonia con i pezzi (nonostante dopo un po’ sia riuscito ad entrarci almeno “in confidenza”), e non mi ha aiutato in questo la mancanza di “punti di riferimento” all’interno delle varie canzoni (le sensazioni di “smarrimento” che ho provato sono state le stesse sia per quanto riguarda i pezzi di durata superiore ai 10 minuti, come “II” e “III”, sia per gli altri più brevi). Il disco è infatti strutturato in un flusso da ascoltare tutto insieme (i titoli, che non sono nient’altro che i numeri romani da I a VIII, probabilmente indicano quanto tutto sia stato concepito come un qualcosa il cui significato risiede nel suo “fluire globale” piuttosto che nei suoi singoli momenti) e i vari brani sono un mutevole insieme di suggestioni che variano senza soluzione di continuità, contenendo influenze da un po’ tutti i generi citati inizialmente. Non esiste quindi una forma canzone in queste composizioni e perciò i pezzi non hanno una propria identità, ogni brano è mutevole e proprio per questo si confonde con gli altri, con il risultato paradossale di far risultare alla fine “Durch Den Traum” un lavoro un po’ troppo monotono e monocorde, proprio perchè giocato un po’ tutto sugli stessi elementi, nonostante il continuo mutamento (che ho la sensazione essere stato molto studiato) con cui essi sono stati assemblati.

Alla fine, dopo vari ascolti, ho messo da parte il disco perchè le sensazioni che provavo erano solo noia e un po’ di irritazione (non ha aiutato in questo senso la copertina, che trovo davvero brutta, e il continuo cantato sussurrato che dopo un po’ mi innervosisce), tuttavia non me la sento di assegnare un’insufficienza, poichè mi è comunque evidente che “Durch Den Traum” ha un suo valore e probabilmente chi ci “entrerà dentro” lo apprezzerà (in ogni caso se avete gusti simili ai miei vi consiglio di cercare di dare più di un’ascoltata al disco prima di comprarlo).

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