Tornano sulle scene i piemontesi Desdemona e lo fanno in maniera più che soddisfacente. Rispetto al precedente album hanno fatto un notevole passo in avanti. Innanzi tutto in sede di produzione, il lavoro è molto più professionale e pulito nei suoni. In secondo luogo il gruppo ha perfezionato la scrittura dei brani risultando molto più complessi e meno prevedibili nonostante siano più brevi che nel precedente lavoro.
Il gruppo ha limato quindi nelle parti più veloci e eliminato molti passaggi neoclassici che avevano caratterizzato “Lady Of The Lore”. Ad ogni modo “The Rage Inside My Heart” è un pezzo in cui le tastiere sono ancorate maggiormente al vecchio sound neoclassico. Vengono mantenuti inalterati, invece, tutti i malmsteeniani soli del bravo chitarrista, e principale compositore, Christian Rosso. I testi rimangono affidati al grandissimo Andrea Marchisio che sfoggia una magistrale prova canora.

L’album è un concept basato sulla storia di un uomo che ha perso la memoria ma che la riacquisterà, scoprirà quindi di essere stato un angelo al servizio di Dio prima e di Satana poi. Deluso dall’essere stato usato per i loro scopi personali sceglierà una vita mortale per non servire nessuno dei due.
Un po’ complicato da riassumere ma comunque la storia sembra abbastanza originale.
Oltre alle buone prestazioni del chitarrista e del cantante ho trovato molto buona la prova della sezione ritmica e del tastierista. Quest’ultimo raramente ha comunque un ruolo di rilievo. Viene infatti messo in secondo piano rispetto agli insistenti riff di chitarra di Rosso, anche se si fa sentire essenzialmente nei soli, come ad esempio in “Summon My Name”. Il suo ruolo è quindi fondamentalmente quello di rendere i brani un po’ più teatrali e d’effetto.
E la teatralità è proprio la caratteristica dei Desdemona: Tutto viene concepito in modo da sembrare un’opera teatrale in cui Marchisio è il narratore e i musicisti gli attori della storia.
I pezzi seguono quindi un susseguirsi logico; d’altronde essendo un concept deve rendere questa idea di inizio, prosecuzione e fine della storia. E mi sento di poter dire che il gruppo astigiano è riuscito nell’intento.
Quando si ha a che fare con un concept è quindi sempre abbastanza difficile scegliere una canzone da eleggere come rappresentante. Devo dire però che “Love And Pride” potrebbe benissimo essere utilizzata per sintetizzare la teatralità e la storia dell’album. C’è anche da dire che il sottotitolo dell’album è “A Tale Of Love And Pride” e quindi il gruppo ha forse cercato di concentrare maggiormente lo spirito globale del concept in questo brano: drammatico e grintoso.

Un bel lavoro questo “Look For Yourself”, che mette in ottima luce il gruppo all’interno del panorama metal italiano. E spero sinceramente che il gruppo non venga conosciuto solo all’estero ma anche in madre patria.

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