Incredibile a dirsi, ma i polacchi Decapitated hanno un’età media che farebbe invidia ad una squadra giovanile di calcio e ben tre album ufficiali all’attivo.
“Organic Hallucinosis”, il quarto della serie, prosegue imperterrito sulla scia dei suoi predecessori, sia per quanto concerne le coordinate stilistiche che per la qualità generale della proposta in esame. Autori, difatti, di un death metal molto brutale, tecnico e devastante, i Decapitated hanno rappresentato, dal 1996 ad oggi, una delle migliori compagini emergenti in ambito estremo.

Dopo dieci anni di carriera, la band polacca è divenuta una piccola istituzione nel settore ed i numerosi tour di supporto ai big della scena la dicono lunga sulle qualità di questi giovani musicisti. Con gli anni, comunque, la band ha anche elaborato un modo di comporre e suonare la propria musica assolutamente quadrato ed efficace, debitore in un certo qual modo nei confronti dei sempre presenti Morbid Angel ma, ultimamente, anche Meshuggah, Fear Factory e Cryptopsy. Innanzi tutto il growl efferato dei precedenti dischi viene rimpiazzato da un cantato malato e ossessivo, e poi l’uso idiosincratico di tempi dispari e sincopati rende il tutto ancora più freddo e maniacale. “Organic Hallucinosis” mescola tutto questo, è bene ricordarlo, con pesanti e massicce dosi di death metal, allontanandosi così dallo spettro ingombrante della band di Thondertal e soci. Mentre si assorbono le novità di casa Decapitated, scorrono sullo sfondo le note di brani eccelsi come “Day 69”, immensa, “Visual Delusion” e “Revelation Of Existence (The Trip)”, che in pochi minuti riassume e convoglia ogni dissertazione fatta in precedenza sulla band.

Insomma, “Organic Hallicinosis” si aggiunge ad una collezione di lavori davvero niente male, partoriti nell’arco di pochi anni da una band di ragazzi già all’avanguardia nel settore. Ottima uscita, ottimo gruppo…

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