Secondo platter per gli svedesi Divine Souls su Scarlet Records, l’etichetta meneghina ha centrato un contratto intelligente
aggiudicandosi questa formazione dedita alla scuola melodica del Death scandinavo, questo secondo cd amplia e perfeziona
notevolmente il discorso intrapreso sul disco di debutto.
Già dalla iniziale “Empty words” comprendo la caratura tecnica degli arrangiamenti di questo platter, i nostri non vogliono
dimostrare al mondo la loro cattiveria efferata ma optano per un suono intelligente e raffinato ricchissimo di melodie
minori e di intermezzi rallentati.
Sono gli In Flames dei mastodontici “The jester race” e “Colony” a ispirare maggiormente il gruppo, soprattutto le vocals di
Daniel, la successiva “Simply Shattered” sembra uscita dall’enciclopedia del metal scandinavo, una strofa dinamica lascia
spazio a cantati di chitarra al quinto tasto di impatto immediato, spezzati dalle vocals al vetriolo e da una sopraffina
sezione ritmica.
Si continua su altissimi livelli con “Silhouette” dove il tredemark graffiante del gruppo incontra l’insegnamento di Michael
Amott in senso melodico, il brano possiede un refrain da brividi dove le chitarre pulite e emozionanti sfornano una atmosfera
solfurea e coinvolgente, l’energia del gruppo comunque si scatena nella strofa.
Discorso simile per la title-track un brano proprio in stile Arch Enemy, questo per me è un enorme complimento, dove la
pulizia dei suoni mista alla velocità dei ritornelli gioca a costruire refrain crescenti che dal vivo lasceranno le platee a
bocca aperta.
Più tradizionalmente scandinave le successive “Grief” e “Bleed” molto vicine al sound degli In Flames possiedono entrambe
quella velocità e compattezza che gli regala funzionalità, forse meritavano di aprire il disco anche se non possiedono la
raffinatezza degli opener.
Ottima la struttura dinamica di “When life slips away” dove sono ancora le chitarre melodiche a tessere ottimi spunti sotto
al lavoro del vocalist, questo tipo di soluzione garantisce sempre la presenza di melodie alla base dei pezzi assicurando
anche a chi non vive di Death metal di apprezzare il gruppo.
Più ossessiva e pessante “Divided” ci riporta alla mente alcune cose dei Dark Tranquillity più solari, il ritornello promette
ondate corali dal vivo e il lavoro del cantante qui è davvero notevole.
Su questa falsa riga proseguono anche le tracce conclusive mantanendo l’attenzione alta fino alla fine del cd, sono molto
contento del fatto che questo disco duri poco, ritengo infatti che questo genere di metal debba restare sotto i 40 minuti
per non suonare ridondante, un errore proprio degli ultimi In Flames che a mio avviso stancano troppo il loro ascoltatore.
I Divine Souls risultano estremamente risoluti e brillanti nella loro proposta, l’intelligenza di saper scrivere musica
pesante ma raffinata gli farà guadagnare diversi consensi in giro per l’Europa, un sospiro di sollievo per tutti gli amanti
del metal scandinavo che forse ora si sentono traditi dai loro vecchi alfieri.
Un disco da comprare ad occhi chiusi per tutti gli amanti del Death melodico, per gli altri resta il consiglio molto sentito
di dare una certa attenzione a questa uscita, un
gruppo molto molto promettente.