È bello ritrovare i Nerve dopo il piacevolissimo show in quel di Rossiglione (Ge) in occasione del festival A Cold Night In Hell organizzato da Nadir Music. Ed è ancor più bello ritrovarli grazie ad un disco a dir poco magnifico come “Hate Parade”. Ma partiamo dal principio: i genovesi Nerve ci avevano lasciato nel 2007 con un esordio fulminante come “Getting Nervous” e con una promessa di fare faville in futuro. E così se ne escono nel 2010 con un secondo disco veramente degno di nota all’interno del panorama estremo italiano e non solo, vista la competitività del prodotto in questione. La musica dei Nerve è un death metal ricco di elementi progressivi, ma anche di tanto, tantissimo groove ed il cui riferimento più immediato viene dai conterranei Sadist (non a caso dietro al banco del mixer è stato interpellato proprio il chitarrista dei sadici liguri, Tommy Talamanca). Molta infatti la tecnica profusa dai musicisti, i quali possono concedersi il lusso di spaziare da furiose ritmiche in blast-beat a lenti crossover dipinti di jazz, il cui merito va dato soprattutto all’enorme lavoro del bassista Jacopo e del batterista Massi, due autentici mostri dello strumento. Ma il valore aggiunto dei Nerve è il singer Fabio, screamer di razza e vero e proprio leader quando si tratta di cimentarsi anche in tonalità pulite.
A questo punto si potrebbe pensare che “Hate Parade” sia un album in cui viene fatto soltanto un mero sfoggio di tecnica, mentre non è affatto così, visto che tutti quanti i musicisti stanno sempre molto attenti al rispetto delle canzoni e, pur snaturandone spesso le strutture-base, non prevaricano mai il risultato finale aggiungendo inutili divagazioni fini a sé stesse. Insomma, non tutti i gruppi, avendo a disposizione un bagaglio tecnico del genere, riuscirebbero a mantenere la testa sul collo senza farsi prendere dall’auto-celebrazione.
Ulteriore punto a favore è la produzione del già citato Tommy Talamanca, che dona quel sapore tipicamente Sadist al tutto, quasi a voler indicare che i Nerve siano i naturali eredi della band ligure. Per queste considerazioni, comunque, c’è ancora tempo, ma per ora rimane un album godibilissimo e di ottima fattura, che magari non segnerà la storia del metal, ma che si farà certamente ricordare per parecchio tempo.

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