“Ars et Metal Mentis” è la chiave di lettura che apre le porte allo sconfinato , peculiare oscuro e mistico mondo di Mario “The Black” Di Donato. Tale concetto, sovrapponibile perfettamente alla poliedrica arte di uno dei musicisti più importanti del metal italiano quale è Di Donato, lo sviluppa in un meticoloso ritratto di vita, Mattia Montanari,biografo e manager attuale della band di Di Donato “ The Black”, dal 2013.

Attraverso questa biografia , Montanari, si prende l’impegno di curare ogni minimo aspetto della figura di Di Donato. riuscendolo a far conoscere al pubblico in modo chiaro ed amichevole, coniugando apprezzabilmente la parte personale e la vita artistica. Partendo dall’infanzia a Pescosansonesco, si attraversano I tumultuosi ed anche difficili anni ’60, ’70 ed ’80 con le sue prime band a Pescara, sino a giungere a quelle più importanti come I Requeim e I the Black negli anni ’90 e 2000 , anni nei quali finalmente è stata riconosciuta a Di Donato e alla sua band la loro originale ed autentica arte, il loro scopo comunicativo e le loro magiche ed ipnotiche vibrazioni , grazie ad una Minotauro Records e ad una Black Widow che hanno saputo valorizzare musicalmente e concettualmente le loro opere, sino ad arrivare ad oggi dove Mario ha ancora tanto da fare, dare e dire attraverso la sua “Ars Mentis”.

La biografia è suddivisa in sette capitoli ove sono alternati racconti del Nostro a schede di approfondimento legate ad aspetti culturali e leggendari di Pescosansonesco e di Pescara. Viene sottolineata non solo l’arte del pregevole chitarrista ma pure – e soprattutto – la sua straordinaria capacità pittorica riconosciuta in Italia e all’estero, protagonista non solo di mostre ma madrina di molte copertine dei Requiem e dei The Black . L’arte di Di Donato è sconfinata, è fantastica, è anima di stampo cattolico, contrariamente a quella grande sacca di artisti differenti dal suo concetto religioso ma che si accomunano a lui grazie al fascino dato dal suo suono depressivo e funereo , dai suoi testi oscuri che mischiano latino ed italiano, dalla sua pittura mistica e profonda ma soprattutto per la sua continua denuncia del male sul mondo e di inferno come pena per il male. Insomma : “Nel bene o nel male, si parli del male, basta che se ne parli”.

Presenziano nel libro i ricordi di stima ed amicizia reciproca con Paul Chain, con Steve Sylvester , con tanti altri nomi importanti della scena metal italiana underground, come pure altri illustri critici e personaggi importanti in Abruzzo, le cui memorie ed apprezzamenti, trovano collocazione appostita alla fine di questa precisa , ricca, ma ben organizzata escursione nella vita di Mario. Viene inoltre affrontato ampiamente il discorso sulla composizione dei testi in latino, rafforzando ancora di più il concetto di origine culturale, di non conosciuto, di paura, di solennità ed oscurità ovvero le caratteristiche essenziali di quel metal italiano underground che prevede un certo tipo di coinvolgimento intimo , atmosfere suggestive e sulfuree nei live, suoni puri e penetranti . E Di Donato, che piaccia o no, ne è un maestro.

Nonostante vi siano imprecisioni, refusi e troppe virgolette che infastidiscono un poco la vista, il linguaggio utilizzato è semplice , scorrevole e piacevole. Le pagine sono ricche di fotografie , immagini di quadri dell’artista e locandine varie che campeggiano insieme ai ricordi , ai pensieri e agli aneddoti raccontati da Di Donato, il quale pone al pubblico come un personaggio dall’animo radicato ai suoi valori e alla sua terra, nel suo Credo sia religioso che artistico, ma pure attraverso un Montanari narratore, che in modo umile ma assai celebrativo, descrive le capacità , la vita ed il percorso dell’artista.

La copertina è caratterizzata dai colori favoriti del Nostro: viola, giallo e nero. Se questo involucro trasmette oscurità e mistero, il contenuto del libro è una sorta di rassicurazione sulla sua figura che non smaschera l’artista ma rende la sua arte vicina anche a chi ha pregiudizi sul metal, raffigurato troppo spesso solo e soltanto come qualcosa di satanico e maledetto quando, invece, attraverso questo percorso , si vive la sensazione che il metal sia qualcosa che vada al di là del bene e del male, sia la chiave di lettura del mondo, dell’arte completa, soprattutto quando essa non scende a compromessi . Questo ultimo importante aspetto, Mario “The Black” Di Donato , oltre ad averlo testimoniato in questo libro, lo ha sempre realmente dimostrato.

Buona lettura.

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