Io sinceramente non so più come fare con questi gruppi italiani! E si perché c’è una vera e propria marea di validissimi gruppi. Da ragazzino il tormentone sono stati tutti i gruppi tedeschi, che continuo tutt’ora a seguire anzi pure di più; ora il tormentone sono i gruppi italiani.
Tutti tecnicamente preparati e con degli album prodotti in maniera eccellente, cosa che era sempre stata la pecca per i gruppi nostrani.
Questi DarkFire non sono da meno nonostante siano al debutto discografico. Nella biografia scrivono di ispirarsi a gruppi quali Symphony X, Malmsteen e Blind Guardian ma sinceramente ho trovato ben poco di questi gruppi. Pregio o difetto?
Probabilmente un pregio perché se è vero si ispirano ai gruppi sopra citati risultano solo dei riferimenti.
Quindi li ho trovati abbastanza originali anche se tra le influenze aggiungerei doverosamente gli Helloween. Intendiamoci, non sono un gruppo clone degli Helloween ma ci sono evidenti influenze. Come già ho scritto i cinque sono tutti preparatissimi tecnicamente infatti sono tutti studenti di musica.
L’album si apre con The DarkFire, un tappeto di tastiere seguite a ruota da potenti riff di chitarra, canzone per certi versi molto ispirata agli Helloween con forti orchestrazioni. Troviamo l’influenza di Malmsteen in Master Of Bulls anche se è molto più aggressiva delle canzoni del guitar hero. D’effetto il ritornello.
Si prosegue più su lidi Hard Rock in The Pure Sound che si rivela molto più efficace che cercare la velocità a tutti i costi come nelle precedenti canzoni. Il discorso velocità viene ripreso in maniera più accentuata in Against The Erudite con spunti neoclassici di tanto in tanto.
Colours è una ballata che ritorna ancora su lidi Hard Rock e che mi ha fatto venire in mente le ballate degli Stryper. Purtroppo, non capisco il motivo, la batteria è registrata abbastanza male.
Si prosegue con la Stratovariusiana Spiral Smoke unendo elementi dei Symphony X. Una delle migliori di tutto l’album con un eccelso lavoro di tastiere ma soprattutto di cori, veramente eccezionali. E’ invece molto aggressiva The Spiral Islands.
Chitarroni distorti e doppia cassa lenti ma molto pesanti. Qui il batterista si è proprio superato. Sinceramente a volte la doppia cassa sempre a manetta stufa ma qui il lavoro è stato eccellente nonostante sia più lenta ma molto più varia.
Altra grande canzone è From Hollow Trunk in cui il cantante risulta al culmine dell’interpretazione. Onestamente comprerei un album già solo per una canzone così. Pianoforte e chitarra classica accompagnano il cantante con un sottofondo di tastiere.
Conclude la velocissima, aggressiva e sinfonica il tanto che basta, Gorgoroth’s Fire che in alcuni momenti mi ha fatto venire in mente gli Angra con assoli ispiratissimi agli Helloween misti a Malmsteen con inseguimenti di tastiera.
Un altro ottimo debutto di un gruppo italiano. Non snobbateli mi raccomando. Italian Heavy Metal! Gli amanti del power lo devono avere!

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