Uscito nel 1997, “The Treasures Arcane” dei Crown Of Autumn è a mio avviso uno dei più sottovalutati album appartenenti alla scena metal italiana. La sua miscela gotica di epic e black ammantata di atmosfere medioevaleggianti/antiche era piuttosto originale per l’epoca, inoltre l’album è invecchiato molto bene e colpisce ancora oggi, sebbene la produzione risulti piuttosto povera (anche se l’alone “sporco” e “arcano/distante” che dà alle canzoni ha un certo fascino). Brani come “Towers Of Doleful Triumph”, con il suo alternarsi di momenti tirati ed aperture acustiche medioevaleggianti (queste ultime, tra l’altro, riprendono un pezzo tradizionale rielaborato anche dai Blackmore’s Night in “Play Minstrel Play” e cantato in italiano, esperimento che verrà poi ampliato nei Magnifiqat, altro progetto molto interessante di Emanuele Rastelli e Mattia Stancioiu), o “Nocturnal Gold Part I: In Ageless Slumber”, caratterizzata da una voce che recita su un tappeto molto atmosferico di tastiere, colpiscono al primo ascolto e riescono a rimanere interessanti anche sulla lunga durata, così come succede pure per l’epica chiusura strumentale “Forlorn Elven Realms” o per l’evocativa “Thou Mayst In Mee Behold”. Non sono comunque da meno gli altri pezzi, l’album rimane infatti interessante per tutta la sua durata, non presentando cali particolari (vanno comunque almeno citate anche le notevoli “A Lyre In The Old Vesper’s Realm” e “Nocturnal Gold Part II: The Name Of Inquietude)”. Un grande pregio di “The Treasures Arcane” è poi l’equilibro che i Crown Of Autumn sono riusciti a creare, le parti atmosferiche e medioevaleggianti convivono infatti perfettamente con le varie tirate, epiche o blackeggianti che siano, e non si sentono forzature nei passaggi, il tutto è poi meravigliosamente ammantato da quella patina di “antico” che caratterizza il disco. Meritano una nota anche l’artwork e i testi, adattissimi alla musica e capaci di aiutare molto nel ricreare quella particolare atmosfera che rende il lavoro così speciale.

E’ un vero peccato che dopo questo album i Crown Of Autumn non abbiano prodotto più niente, anche se diversi anni dopo è uscito il disco dei già citati Magnifiqat, un altro album molto interessante e consigliato, sebbene sostanzialmente diverso. Insomma, se ancora non conoscete questo piccolo gioiello il mio consiglio è di provare ad ascoltarlo, potreste scoprire un lavoro interessante che purtroppo, nonostate il suo valore, è passato un po’ troppo inosservato.

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