Il ritorno discografico degli Icon, o se preferite del duo Wetton / Downes, era atteso da tutti gli appassionati degli Asia. L’album ripercorre fedelmente la scia del loro gruppo di “origine”, forse in maniera più accentuata rispetto Icon I.
Il voler proseguire sulla strada lasciata bruscamente una ventina di anni fa ha fatto anche sì che si sciogliessero gli Asia degli ultimi anni per proseguire, Downes su tutti, con i suoi ex compagni degli anni 80: Steve Howe e Carl Palmer.
Chiunque ami Astra, Alpha, Asia troverà quindi un piacevole gusto retrò, ma non ancorato al passato. Negli anni il duo ha realizzato svariati album, per conto proprio, tra loro stessi, con gli Asia, svariate partecipazioni ma senza mai dimenticare il primo amore, se così si può dire, dato che alla fondazione degli Asia erano già arttisti noti.
In questo Icon II troviamo quindi tutta la melodia caratteristica del “songwriting” della indimenticabile accoppiata. Le chitarre non sono mai invadenti, quasi a dare sostegno alle tastiere del magico Geoff; il cantato di John è sempre spettacolare, la sua voce migliora con il passare degli anni, sempre dolce e soave, sognante e grintosa.
Nonostante l’alto tasso di melodia, la musica trasporta l’ascoltatore a muovere il piedino a tempo come impossessandosi di esso. La musica trasmette un senso di pace e rilassatezza, in particolare nei favolosi duetti con Anneke van Giersbergen dei The Gathering.
Che chiedere di più da questi due musicisti? Di sentirli anche con un nuovo album degli Asia; e questo Icon II – Rubicon potrebbe benissimo essere associato a quel “monicker”.
Da avere senza alcun dubbio.