Jorn Lande! Ormai quest’uomo e’ peggio del prezzemolo, non si contano piu’ le sue uscite discografiche, questa e’ solo una delle ultime fatiche del versatile singer che annovera anche un recente disco pubblicato con il moniker Jorn; ma la cosa che stupisce e’ l’incredibile qualita’ che questo cantante riesce a conferire ad ogni prodotto su cui capeggia il suo nome.
Stavolta sotto il nome di Beyon Twilight si cela la sorpresa, hard rock epico con forti richiami ai mostri sacri del genere (Rainbow di Dio su tutti) riletti in chiave moderna ma senza troppi orpelli tipo l’opener “Hellfire” dal flavour purpleiano o con la successiva “Godless and wicked” dove la timbrica di Lande e’ riconoscibilissima e le trame intessute dalle tastiere fanno da tappeto ideale a quelle di chitarra incredibilmente azzeccate.
Il disco e’ un continuo susseguirsi di sorprese, ogni brano ha una sua identita’ ben precisa, una sua capacita’ di rileggere il suono tipicamente epico a cui i nostri si ispirano in modo modernista ed arioso. Queste canzoni hanno la capacita’ di oscurare quanto di simile prodotto negli ultimi anni senza apparente sforzo, difficile scegliere una best track, “Shadowland” colpisce per la sua armonia evocativa, tutto il disco in effetti si giova di una cappa di drammaticita’ e emotivita’ davvero notevole, “Crying” colpisce subito grazie a queste caratteristiche ed al modo decisamente convincente in cui viene interpretata da Lande.
Come detto questo disco riserva sorprese ad ogni brano, non e’ certo da meno la title track impreziosita da cori e suoni che richiamano alla memoria canti gregoriani, con la splendida voce di Lande sempre sugli scudi, “Closing the circles” e’ la seconda strumentale dopo “The devils waltz”, brani che spezzano in modo ideale la drammaticita’ del disco conferendo maggiore impatto al tutto. I Beyond Twilight sono sicuramente fra le cose migliori uscite negli ultimi tempi e ci regalano un bellissimo disco, chiuso da quella che (un po’ a fatica visto il resto della tracklist) potrebbe essere considerato il miglior brano di tutto il disco, “Perfect dark” richiama sia nel testo che nelle atmosfere quanto fatto ascoltare con le precedenti canzoni, un brano pesante e marziale, riuscitissimo nel suo incedere maestoso ma arioso al tempo stesso, davvero un bellissimo brano.
Che dire in definitiva di questo lavoro? Un disco maturo e complesso, tuttavia riconducibile ad un hard rock diretto e convincente, un acquisto decisamente consigliabile.