Molto carino questo debutto dei Venus Mountains, band bresciana giunta con “The Birth” alla prima uscita discografica e fautrice di un hard rock volutamente basilare e passatista fino al midollo, tanto da far pensare che per il gruppo non sia esistito nulla dopo gli anni ’80. Grandi echi di gruppi quali Guns N’ Roses, W.A.S.P. e, più in generale, la scena hard rock di Los Angeles, ma vi sono suoni che richiamano anche alla mente il percorso tipicamente british della NWOBHM, Iron Maiden e Saxon in primis. La sezione strumentale è potente, non troppo precisa, ma marcia quanto basta a rendere al tutto uno spirito estremamente vintage ed azzeccato al genere proposto. Il vero e proprio punto debole del gruppo, a giudizio di chi scrive, è la voce di Frax, ancora troppo sgraziata e talvolta in difficoltà a raggiungere alcune note, nonché poco potente ed ispirata. Fatta questa eccezione, tutto il resto è a posto, ma il fatto di non avere un vocalist all’altezza è un fattore che taglia decisamente le gambe ad un lavoro altrimenti molto ben fatto e d’impatto. Peccato perché i numeri ci sarebbero anche, ma finché non verrà migliorato questo aspetto, i Venus Mountains continueranno ad essere considerati una band fra le tante a proporre un genere di musica usato ed abusato in ogni modo e salsa. Occorre qualcosa per differenziarsi, oppure si può seguire la strada del tributo, ma ci vogliono le doti giuste per farlo, cosa che “The Birth” non possiede. Siamo d’accordo, si tratta pur sempre di un Ep di debutto con tutti i pregi ed i difetti del caso, ma il consiglio è comunque quello di trovare una strada più consona alle proprie capacità.

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