“Se vi mancano gli anni 80… ascoltate i Bastardogs!”
Nonostante appaia come un messaggio pubblicitario, fidatevi, è la pura verità.
Questo giovane gruppo genovese, formato nel 2010, vede al suo interno Bonne come voce e chitarra ritmica, Andy K. alla chitarra, Cosme al Basso, e Atta alla batteria. Tale formazione attuale ha avuto trasformazioni nel corso di tre anni; un via vai di persone all’interno del gruppo tuttavia, ha permesso il completamento del loro primo debut album “No Pain No Gain” , realizzato per la Street Symphonyes e distribuito da Andromeda Dischi. Tale album è un vero gioiellino italiano e se siete nostalgici di quelli che furono I meravigliosi e fruttuosi anni 80 , eccovi serviti. La particolarità dei Bastardogs è di portare fedelmente suoni che ormai non ci appartengono più con carisma e personalità. Nonostante la giovane, età devono aver assimilato molto da gruppi influenti come Motorhead, Motley Crue, Wasp, ma mettiamoci pure una buona dose di certi Judas Priest e Guns ‘n Roses.

No Pain No Gain è composto da dieci tracce, una più coinvolgente dell’altra, con una ottima combinazione tra parte strumentale e vocale. Album con davvero poche imperfezioni a livello tecnico: riff martellanti, assoli luminosi, potenti e incisivi, si alternano e miscelano in maniera omogenea alla voce ora più androgina e del cantante, il quale non solo possiede un tono e timbro particolari, ma anche una notevole capacità interpretativa, con il risultato di un trasporto totale da parte dell’ascoltatore. Il genere trattato è sleaze , cavalcate heavy e speed, una buona dose di seduttività blues e lievi sfumate punkeggianti, innalzate da scream vocali di tutto rispetto. Ottimi gli effetti e la parte del missaggio : il suono rombante e ovattato fa davvero tornare indietro in quegli anni, come pure la carica esplosiva sporca, grezza e sessuale contenuta : dei veri e propri “cani bastardi”. Nonostante il loro biglietto da visita non proprio rassicurante per le ‘figlie di papà’, I Bastardogs hanno un cuore : in Edge of Youth, dedicano il pezzo alla morte prematura del leader dei Crashdiet, gruppo quasi basilare per le loro influenze, dove lasciano spazio ad una parte più introspettiva e decadente. Da notare in questo pezzo la voce di Bonne, che vira su un tono più marcatamente maschile, tralasciando un po’ la parte androgina ed ammiccante.

Il difetto trovato nel disco sta nella somiglianza delle tracce tra loro: dovrebbero personalizzarle maggiormente. Sebbene l’ultima track, Zombie Town, si differenzi dalle altre tracce per originalità in apertura ed in effetti sonori assai convincenti , occorre personalizzare e sperimentare un po’ di più per avere un prodotto più completo e diversificato al suo interno.
Nonostante questo consiglio personale, trovo il gruppo e quindi questo loro primo disco identificativo di debutto (sottolineamolo), una vera e propria bomba per questo genere e soprattutto lo trovo fedele a ciò che propongono, non inserendo nulla di nuovo, ma mantenendo una linea 80’s pura, energica, coinvolgente, festaiola ma molto, molto affascinante.
Non sono i primi a fare un disco simile, come non saranno gli ultimi ma, intanto, si sono guadagnati una buonissima valutazione.
Convincenti.

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