Il concerto che gli Anthrax hanno tenuto il 25 Marzo all’Alcatraz di Milano ha segnato il loro ritorno in Italia dopo ben 7 anni dall’ultima volta: in occasione dell’evento, abbiamo avuto il piacere di potere intervistare lo storico bassista della band, Frank Bello.
In una piacevole chiacchierata, il disponibile e cordiale Frank ci parla del tour europeo, del nuovo disco, dei progetti futuri e di altro ancora…

Allora Frank, come sta andando il tour finora?
Assolutamente grandioso. E’ stato il nostro ritorno in Europa dopo diversi anni, e tutti gli show sono stati sold-out! La gente vuole vedere la nostra band, e questo è fantastico… siamo stati assenti per molto tempo, a causa di tutto quello che è successo, anche con la casa discografica eccetera… quindi non vedevamo davvero l’ora di tornare on the road e di tornare finalmente in Europa.

Ho visto che avete fatto numerosi show in Germania e nel Regno Unito…com’è il pubblico laggiù?
Eccezionale, tutti gli show erano affollatissimi, il pubblico era caldissimo… ci siamo divertiti un sacco, è stato eccitante! Credo che anche il nuovo disco sia piaciuto…

…e avete suonato molte canzoni tratte dal nuovo disco?
Sì, sì, quattro o cinque ogni sera! Ogni volta poi abbiamo cambiato la scaletta, per differenziare… se ci sentivamo di suonare una canzone, la suonavamo e basta, senza pensarci troppo. Molti fan poi conoscevano già i nuovi pezzi… a te piace il nuovo disco?

Si, decisamente!
Mi fa piacere! Sai, ho visto che a molta gente è piaciuto come abbiamo cercato di unire melodia e potenza, le parti più melodiche con quelle più pesanti, e noi ne siamo molto soddisfatti!

Beh, parlando del nuovo disco, io trovo che sia ben riuscito anche perchè c’è molta varietà, non stanca ed è divertente da ascoltare…
Beh, grazie! (sorride)

Pensi che la “stabilità” che avete finalmente raggiunto, a livello di etichetta discografica etc., possa avere influito positivamente, in qualche modo, sul processo di songwriting?
Hmm… mah, vedi, noi all’inizio non sapevamo nemmeno come sarebbe finita la faccenda, a quale etichetta saremmo approdati e via dicendo… sapevamo solo che dovevamo fare un disco veramente bello, perchè era importante e ne sentivamo il bisogno… quindi penso che tutto sia venuto soprattutto da noi, prima ancora di sapere come sarebbe andata a finire la questione della casa discografica. Eravamo giunti ad un punto in cui dovevamo semplicemente registrare un bel disco… e penso, spero che ci siamo riusciti!

Parlando di “varietà”… sul nuovo disco ci sono due canzoni decisamente diverse come “Black Dahlia” e “Caddillac Rock Box”, una dopo l’altra… eppure il disco scorre senza nessun problema… come diavolo ci siete riusciti?
(ride) Beh, vedi, quando suoniamo come Anthrax ci piace sempre sperimentare, provare cose diverse… come avevamo fatto con “I’m The Man” e tutte le altre cose… ad esempio con “Black Dahlia” a un certo punto Charlie si è messo a suonare blast beats, “tutututu”… noi abbiamo detto “ma sì, proviamo, vediamo che succede!”… poi abbiamo sentito che suonava bene… e così l’abbiamo registrata! Anzi, stasera la suoneremo, è in scaletta!! (sorride)
Quindi… ecco, per noi la cosa fondamentale è sicuramente provare, sperimentare… e forse è anche per questo che la gente ci segue e ci apprezza anche dopo tutti questi anni, chissà!

Parliamo di “Safe Home”: io trovo che come singolo sia stata una ottima scelta… ma soprattutto, dopo cinque anni dall’ultimo disco, è stata anche un’uscita importante, credo…
Beh, si, sicuramente!

…e quindi dimmi, come è stato accolto dalla stampa e dai fans?
Ah, benissimo! Non so se avete letto le altre recensioni anche della stampa di altri paesi, ma abbiamo avuto una grande risposta, veramente tante recensioni positive… penso che molta gente probabilmente abbia capito quanto ci siamo impegnati duramente per questo nuovo disco, come per noi sia davvero importante… come sia davvero sincero!

E’ a questo che si riferisce il testo di “Taking The Music Back”?
Beh, diciamo di sì: quel testo l’ha scritto Scott, ma per come lo vedo io significa che stiamo riportando la nostra musica, a modo nostro.
Vedi, ci sono tantissime nuove band, adesso, alcune sono ok, altre invece… beh, un po’ meno (facendo una faccia! ndr)… ma comunque, per me, “Taking the Music Back” significa che noi stiamo riportando la nostra musica, la musica degli Anthrax, così com’è, onesta, senza copiare nessun altro…

Rimanendo più o meno in tema… nel 1991 voi, in un certo senso, avete dato il via all’unione fra rap e rock…
Sì, in un certo senso sì!

…ecco, eppure dopo non vi siete fossilizzati su di quello, anzi dopo quell’episodio siete andati avanti ed avete fatto cose ancora diverse… mentre invece un sacco di nuovi gruppi, ad esempio una marea di nuove band “nu-metal”, hanno iniziato a fare interi album seguendo quella formuletta…
…e ci fanno anche un sacco di soldi!! (ride) Però vedi, se noi ci fossimo fermati su di quello… sarebbe sempre stata la stessa cosa, sarebbe stato noioso… non vogliamo fare sempre le stesse cose. Voglio dire, vogliamo provare a cambiare sempre un po’ il sound, a provare cose nuove.
Adesso ci sono in giro un infinità di band rap-metal, ma ti dico… onestamente mi suonano davvero molto noiose, non riesco ad ascoltarle… nessuno sta provando niente di nuovo, nessuno cerca di cambiare, tutti suonano allo stesso modo.
Noi l’abbiamo fatto per primi tanto tempo fa, ma dopo quell’episodio abbiamo fatto altre cose ancora… ciò che intendo è che noi vogliamo sperimentare, come abbiamo fatto proprio con “Black Dahlia”, ad esempio… stare sempre davanti!
Poi dopo magari ci saranno giovani band che diranno “wow, senti questa nuova canzone degli Anthrax… che figata!”, e proveranno a copiarla… ma noi intanto cambieremo ancora, perchè non vogliamo stare nel gruppo, copiare gli altri… semplicemente perchè sarebbe noioso, sarebbe uno schifo, non sarebbe divertente!

Parlando di cambiamenti… “Sound of White Noise”, nel 1993, rappresentò un deciso cambiamento stilistico per la band. Ora, ascoltando “We’ve Come for You All”, spesso mi è tornato alla mente quel disco, soprattutto per lo stile melodico, e il sound generale… vedi qualche parallelismo fra i due dischi?
Mah, guarda, anche per il nuovo disco noi volevamo soprattutto essere fedeli a noi stessi e suonare quello che ci veniva da dentro: credo che i nostri fan apprezzino la nostra evoluzione perchè alla fine gli ingredienti sono sempre quelli: pensa ad esempio anche a “Spreading the Disease”, su quel disco c’è moltissima melodia ma anche grandi riffs, riff pesanti… ecco, quella è l’idea che vogliamo seguire sempre, non vogliamo mai perdere di vista la melodia, perchè è quello che ti fa cantare, che ti fa stare bene… e anche sul nuovo disco, continuate ad ascoltarlo, perchè credo che ci siano belle melodie ed ottimi riffs, ed è quello che abbiamo sempre voluto fare!

Ora una domanda un pochino più “tecnica”… mi è piaciuta molto la produzione, moderna ma non iperprodotta e soprattutto lontana dai cliché “alla Ross Robinson”, non so se mi spiego… siete soddisfatti del risultato, e quanto tempo avete impiegato per le registrazioni?
Eh, è stato un lavoro lungo, molto spezzettato perchè eravamo spesso in tour… l’abbiamo registrato e prodotto con l’aiuto anche degli Scrap 60, che poi sono il gruppo di Rob, il nostro nuovo chitarrista… noi avevamo un po’ di buone idee e anche loro avevano diverse buone idee… le abbiamo unite ed il risultato è un album che suona ancora una volta diverso, ha un sapore nuovo.
Ci è voluto un po’, direi più o meno un anno… un pezzo qui, un pezzo là, sempre per i concerti, ad esempio siamo stati in tour con i Motorhead, più diverse altre date…

Che mi racconti del tour con i Motorhead??
Eh, non siamo venuti in Italia! Volevamo venire, a me sarebbe piaciuto molto…

Infatti, è un peccato…Lemmy e gli Anthrax insieme… sarebbe grandioso!
Già, infatti è stato fantastico… ed è un peccato non aver fatto una data italiana, perchè sarebbe stato bello! E’ che purtroppo non dipende tanto da noi, quanto dalle agenzie, dai manager, dai promoter… (scuote la testa)

Cambiando argomento… nel 1993, sulla colonna sonora di “Last Action Hero” è comparsa una vostra canzone, “Poison my Eyes”: io la trovo una canzone fanstastica, non pensi?
Sì, sì. E’ vero, è anche una delle mie preferite!

La domanda che volevo farti è: l’avete mai suonata dal vivo, e perchè?
Hmmm… bella domanda! Forse… sì… credo di sì, diverso tempo fa… ma forse era un soundcheck… e comunque era un po’ di anni fa… più che altro il fatto è che è una canzone che non figura sugli album in studio, capisci… e sugli album ci sono tante altre canzoni fra le quali scegliere…

Era un out-take dalle session di “Sound of White Noise”, giusto?
Sì, più o meno sì… sai com’è, quando hai delle canzoni che non finiscono sull’album, spesso vanno in qualche colonna sonora eccetera.
Ad esempio adesso abbiamo due canzoni, due cover! Una è degli U2, “Exit”, che è venuta molto heavy, e John canta alla grande, e canto anche io… e l’altra è dei Police, ti piacciono i Police? “Next to You”, è bellissima… (e canta “I can’t stand it for another day…”) … bella, bella! Così, ci piace provare! (sorride)

Avete mai pensato di registrare un disco dal vivo con John alla voce?
Sì, più volte… adesso infatti penso proveremo a registrare, proveremo a Chicago, verso metà Maggio mi pare, proveremo a registrare là perchè il pubblico è sempre grandioso!

Uno dei punti di forza degli Anthrax, secondo me, è sempre stata una certa ironia che non è mai mancata… (Frank sorride)… cosa ne pensi di tutti quei gruppi che si prendono così tanto sul serio…
Mah, guarda, io non voglio giudicare nessuno, se loro si sentono di vivere la cosa così, a me sta bene… se la cosa è genuina e viene dal cuore, buon per loro. Io ti posso dire che quando ho iniziato a suonare il mio basso, l’ho fatto perchè mi piace, perchè mi diverto: non voglio mai perdere il senso dell’umorismo, perchè altrimenti dopo diventerebbe semplicemente un lavoro.
Se lo faccio, è perchè per me è una passione, e non la voglio perdere: ho iniziato a suonare perchè mi diverto a farlo, perchè sorrido mentre suono. Se non mi divertissi più, penso che smetterei… voglio dire, l’importante è che quello che fai ti venga dal cuore, altrimenti non ha senso.

Vedo che purtroppo il tempo a nostra disposizione è quasi finito… Ho solo un’ultima domanda: avete in programma di realizzare un videoclip come avete fatto l’ultima volta con “Inside Out”?
Sì! Credo che inizieremo il mese prossimo, il video per “Safe Home”… e penso che gireremo un video anche per “Taking the Music Back”!

Il tempo è davvero finito, ti ringrazio per la disponibilità: è stato un piacere parlare con te!
Grazie a te! See you soon… Ciao!!

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