Chi come il sottoscritto si è cimentato a più riprese con uno strumento elettrico e con il desiderio di avere una rock band tutta per sè, resterà basito nell’apprendere che una band può interrompere la propria attività per mancanza di sale prove; succede anche questo in Italia nel 2009, purtroppo. Sul futuro dei The IV Mirror incombe oggi un grosso punto interrogativo. L’attività band è sospesa, se a tempo indeterminato o meno non ci è dato saperlo. Un vero peccato perchè come avrete modo di leggere, questo demo costituirebbe un’ottima premessa per l’attività futura di qualsiasi band alle prime armi. Ma andiamo con ordine. Proporre un repertorio strumentale è quasi sempre una scommessa difficile da vincere; se a farlo è una band di metal progressivo diciamolo pure, diventa una vera e propria lotteria. Eppure l’audacia del progetto viene premiata su tutta la linea. La proposta dei The IV Mirror è quantomai inusuale nel suo genere; niente tastiere né vocalist, solo quarantotto di minuti di sola musica. Ad onor di cronaca va detto che, di puramente progressivo alla maniera di bands quali Dream Theater, Shadow Gallery e compagnia cantante, su questo “Under A Black Sun” c’è davvero poco. Molto più ragionevole sarebbe definire lo stile della band un heavy metal “ragionato” fatto di continui fraseggi chitarristici, arpeggi, melodie ariose e cambi di atmosfera. Il termine di paragone più appropriato sono gli ultimi Iron Maiden, uniti a qualche tecnicismo in più (l’iniziale “Fury” ne è la sintesi perfetta). Non è difficile cogliere ulteriori sfumature come nella cupa “Black Emotion” o nella conclusiva “Waiting For Life” che richiama più esplicitamente lo stile dei Dream Theater. In quarantotto minuti questi quattro ragazzi di Padova disegnano trame interessanti e per nulla scontate, fatta eccezione per qualche lieve ingenuità in fase di arrangiamento e sugli assoli; ma sopratutto, riescono a vincere lo scoglio della monoliticità che immancabilmente spunta su quasi tutte le produzioni strumentali. Rimango quindi combattuto fra il giudizio sulla qualità dei brani, così intensi e coinvolgenti, e quello su una produzione decisamente da rivedere. A prescindere da quale incarnazione la band deciderà di prendere in futuro (cantante? Tastierista?), “Under A Black Sun” è un prodotto che lascia intravedere idee chiare e personalità da vendere. Se ci sarà un seguito…

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