Sembra che per Andy B. Franck non ci sia mai un attimo di pausa: dopo aver pubblicato pochi mesi fa un nuovo album con i Brainstorm, ritorna alla carica con “Godspeed” nuova release dei Symphorce, fondati dallo stesso Franck nel lontano 1998. Questo nuovo disco riprende le stesse sonorità di “Twice second” ossia pesantissimi riff di chitarra uniti a ritmiche devastanti, il tutto condito con tanta melodia e l’incredibile tecnica vocale di Andy, a mio avviso uno dei migliori cantanti oggi in circolazione. “Godspeed” si presenta dunque come un disco dai connotati più lineari e diretti rispetto a “Twice second” con un pugno di canzoni che faranno saltare le casse dello stereo. L’ascolto del disco è tutto in crescendo e non c’è un solo momento di esitazione o di noia durante il trascorrere dei brani: i Symphorce sanno come mantenere viva l’attenzione del proprio pubblico e passano senza troppi problemi da canzoni in pieno stile power/thrash a pezzi che fanno della sperimentazione il proprio punto di forza per poi spostarsi su sentieri tipicamente hard rock e condire il tutto con un’incredibile e splendida ballad finale.
L’inizio del disco è affidato a “Forsight” un malinconico e triste arpeggio di chitarra che dopo pochi attimi lascia spazio a “Everlasting time” cadenzato mid tempo carico di ritmiche pesantissime e indiavolate in cui troviamo fin da subito un Andy B. Franck in forma splendida, capace di regalare un’ottima prova dietro al microfono. Splendida è la successiva “Nowhere” che rimanda ad atmosfere tipicamente gothic soprattutto per l’oscuro e “liquido” arpeggio di chitarra che accompagna Andy durante la strofa per poi risolversi in un ritornello più arioso fatto di un’ottima linea melodica e da un’incessante e martellante ritmica di chitarra. L’accoppiata “Haunting” e “Black water” vede la band alla ricerca di sonorità moderne che fanno della contaminazione il loro punto di forza: riff pesantissimi, spesso al limite del cross-over si alternano a voci filtrate e a suoni compressi, il tutto miscelato con l’incredibile melodia e potenza che i Symphorce sanno dare ai loro pezzi. Ottima la prova in queste due canzoni del solito Franck che si dimostra un cantante versatile riuscendo a alternare parti al limite del rap fino a sfiorare le growls tipiche del death metal. Il finire del disco è tutto in crescendo e, infatti, i cinque tedeschi propongono un trittico di canzoni assolutamente avvincenti: si parte con la velocissima “Without a trace”, brano tipicamente power/speed dal refrain aggressivo e dannatamente esaltante per poi preseguire con “The mirrored room” in cui troviamo Cedric Dupont (Freedom Call) esplorare sentieri tipicamente country e seventies uniti all’hard rock più pesante mentre la drammatica ballad “Crawling walls for you” è l’esatto brano per terminare un album che fa della potenza e dell’aggressività il suo punto di maggior presa.
Che dire di più se non compratelo? I Symphorce hanno dimostrato ormai da tempo di essere un’ottima band, capace di creare ottime canzoni e “Godspeed” si preannuncia come un disco fenomenale che non deve mancare nella discografia di un metallaro che si rispetti.