Ci sono dischi che e’ difficile inquadrare e recensire e questo “Shadowman”, ultima fatica solista del tastierista e cantante dei Kansas qui in veste solista, ne e’ l’esempio palese non tanto per la difficolta’ insita nel disco stesso, quanto per la varieta’ che Walsh presenta in queste otto canzoni. Il disco ha una (ovvia) forte impronta “kansasiana”, soprattutto nelle parti ritmiche, mentre si lascia andare ad influenze molto varie in tutto il resto, si passa tranquillamente da echi jazz a parti smaccatamente (e splendidamente) blues (come nella spettacolare “Keep On Knockin'”), il tutto con una naturalezza sconcertante. Steve Walsh e’ un grande artista e non lo scopriamo certo con questo suo ultimo disco, tuttavia appare evidente come sia un musicista in grado di reinventarsi quasi sempre in ruoli non completamente dissimili ma sicuramente sempre interessanti e in larga parte mai ripetitivi.
“Shadowman” e’ un disco estremamente maturo, appare evidente che Walsh non ha nulla da dimostrare a nessuno, ne’ tantomeno ha da percorrere sentieri che portano lontano da dove e’ rimasto finora, in questo disco c’e’ la sua essenza, la sua innata propensione per quel rock duro fatto di un caleidoscopio di influenze e colori che non ha timore alcuno a mettere in mostra, basta ascoltare la shockante “Hell Is Full Of Heroes” un vero concentrato di stranezze, alternate a parti decisamente hard rock ci sono passaggi acustici, folkeggianti, funkeggianti ed… elettronici! Insomma quanto di piu’ disparato possibile ma tutto con un senso ben preciso, cosicche’ anche quella canzone assolutamente fuori schema sia una perla da assaporare attentamente in particolare per la sua dinamicita’ e coinvolgimento.
In questo disco insomma c’e’ un po’ tutto quello che ha reso Steve Walsh quello che e’, un disco vario ma non dispersivo, chiaramente mosso da un’anima progressive ed aperto ad ogni influenza possibile ed immaginabile, forse e’ proprio questo lo scoglio (virtuale) da superare per apprezzare appieno un lavoro che dopo il primo ascolto forse potrebbe disorientare un po’, ma del resto perseverare in questi casi e’ d’obbligo e alla fine della tenzone ci si trova ad ascoltare un lavoro coinvolgente ed emozionante. Steve Walsh ha segnato un altro punto a suo favore quindi, i fan dei Kansas sono avvertiti, cosi’ come tutti quelli che ascoltano musica senza fermarsi alle etichette e agli stretti confini dei generi, “Shadowman” e’ un gran bel disco e merita di essere ascoltato con la giusta attenzione.

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