Steve Lukather, già colonna portante del fenomeno TOTO, si volge nuovamente alla propria produzione solista con la release dell’attesissimo quarto album in studio, tale ‘Ever Changing Times’.
Patrocinato dalla nostrana Frontiers Records, il nuovo CD del fenomenale cantante chitarrista si avvale, come sempre, della collaborazione di musicisti di enorme spessore (Randy Goodrum, Leland Sklar, John Pierce e Steve Porcaro solo per citarne alcuni) e si segnala per la notoria raffinata armonia che contraddistingue ogni produzione targata Lukather. Trattandosi fondamentalmente di rock melodico, il primo pensiero corre subito alle produzioni targate TOTO, anche se in realtà il lavoro si manifesta piuttosto variegato e ricco di sfumature differenti. L’incipit è di quelli micidiali, con la bellissima e quasi malinconica title track ad aprire le danze: il pezzo, formalmente inattaccabile, è la quintessenza del rock di qualità, con strofe e ritornelli assolutamente insuperabili. Lukather, da far suo, cerca sin da subito di stupire i suoi fan e propone un’ottima ballad prima (‘The Letting Go’), e uno dei pezzi più movimentati e squisitamente rock poi (‘New World’), a riprova che il raggio d’azione e l’esperienza dell’artista sono di gran lunga superiori alla media. Quando, però, si è già pronti a gridare al miracolo ecco che il buon Steve smette i panni del marziano e torna a essere ‘solamente’ un musicista di talento, accusando più volte il colpo su episodi non proprio brillanti come ‘Tell Me What You Want From Me’ e ‘Stab In The Back’. Nulla di così sconvolgente, naturalmente, soprattutto se considerato il valore complessivo di questo ‘Ever Changing Times’ che comunque rimane assolutamente elevato. A supporto di tale affermazione arrivano le dolci note della magnifica ‘I Am’ e i ritmi avvolgenti dell’altra hit del disco, ‘Never Ending Night’. Altri due tasselli di inestimabile valore che fanno dimenticare velocemente le piccole disavventure precedenti e che imprimono all’intero lavoro un’aurea di magia delicata. ‘Ever Changing Times’ è, dunque, un prodotto di largo respiro, in cui convivono tutte le reincarnazioni artistiche di Lukather (rock, pop, hard rock, blues, funky) e che, spesso e volentieri, raggiunge vertici di poesia davvero imbarazzanti. L’unico rammarico, a questo punto, è che senza le piccole sbavature evidenziate questo CD poteva benissimo diventare uno dei masterpiece di questo ’08…

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