Gli italianissimi Solid Vision (cagliaritani per la precisione) si affacciano in maniera prepotente sul mercato discografico con questo “Eleven”, datato 2004 ma arrivatomi per posta solo poco tempo fa.
Il gruppo, dall’alta preparazione tecnica, si propone al pubblico con un gran disco e ricco di spunti ai quali non è facile rimanere indifferenti; in tutto ciò però il paragone con gli odierni maestri del genere Dream Theater è scontato ed in effetti le analogie sono tante sia musicalmente che…visivamente!…già, sfogliando le pagine del booklet viene da sorridere se si osserva la grande somiglianza tra Yan (batterista) e Mike Portnoy (altro batterista…ma dei sopraccitati Dream Theater!), somiglianza che li eguaglia perfino nell’abbigliamento…eheh, mistero…

Venendo alla musica dei Solid Vision va assolutamente detto che quello a cui ci troviamo davanti è un gran lavoro sotto tutti i punti di vista: interessanti i testi, eccellente la produzione bello l’artwork e ultima ma non ultima (anzi, soprattutto) grandiosa la musica.
Sofisticato ed elegante, tecnico e potente è il Prog metal della band, tracce come “Get Away” e “Out of Control” meritano infatti di essere considerate autentici highlights dell’album, entrambe le canzoni riassumono a pieno l’essenza dei Solid Vision dove tecnicismi, melodia e potenza spadroneggiano.
L’unica nota stonata in tutto questo è però un po’ di mancanza di originalità, come ho già detto qualche riga fa infatti, la band cagliaritana prende come esempio in tutto e per tutto i grandi Dream Theater e questo (nonostante possa essere un vanto in quanto non tutti possono permettersi di suonare a certi livelli) non li rende originali quanto sarebbe meglio fossero.
Quindi onore alla preparazione ed alla dedizione che la band nostrana mette nel fare la propria musica, ma peccato per la mancanza di quegli elementi in grado di rendere un gruppo unico, originale e speciale…insomma, peccato per la mancanza della scintilla che innesca quel qualcosa nell’ascoltatore in grado di lasciarlo inchiodato davanti allo stereo.
A tutto questo si può però ovviare lavorando un pochino di più in fase compositiva, lasciando i cd dei Dream Theater nelle loro custodie…comunque un buon lavoro per essere un album di debutto!

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