Sono passati un paio di anni dall’ultimo lavoro degli Slough Feg, gruppo attivo da venti anni ma che solo nel 1999 è riuscito a pubblicare il primo lavoro. Il gruppo và fiero di portar alta la bandiera dei grandiosi anni ottanta, con tanta sana e santa genuinità, riuscendo ad essere ancorati al suono di quel periodo senza essere risultare troppo nostalgici, ma tutt’altro, cercando sempre di essere attuali.
Il gruppo è quanto mai derivativo, i riff li ho sentiti ormai non sò più quante volte, assoli sempre presenti anche se sempliciotti, ma è il pacchetto completo degli Slough Feg che riesce sempre, in qualche modo, a fregarmi. Sarà forse il divertimento che suscita la loro musica, la voglia di suonare dal vivo e sapersela spassare e far spassare agli ascoltatori una poco più di mezz’ora di buona musica suonata con tanto entusiasmo a piacermi e a farmeli amare.
Come non premiare poi l’assoluta fedeltà a un genere, il nostro amato Heavy Metal, che nonostante negli anni ottanta si sia detto di tutto e del contrario di tutto in linea di massima ci ha permesso di affrontare i piccoli e grandi problemi dell’adolescenza, ed oggi a distanza di un ventennio (non quello) ci manca così tanto.
E’ doveroso un grazzzzzie a quei gruppi come gli Slough Feg che mantengono ancora vivo quel periodo, con fedeltà e sincerità, convinti che il metal sia fatto di due chitarre, basso, batteria e voce, senza edulcoranti. Personalmente non condivido questo concetto, il metal non è solo questo, ma condivido il fatto che forse oggi giorno la musica sia troppo addizionata di effetti speciali e un ritorno a un sound più minimalista e diretto ogni tanto non fa male. Non dobbiamo necessariamente ascoltare vecchi album che conosciamo a memoria, magari di gruppi i cui componenti hanno superato la cinquantina. Ci sono tanti gruppi, acnhe recenti, che sanno darci tanto. Fate vostro Ape Uprising!

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