Album ripubblicato, per la band Sinocence, che arriva dalla tormentata Irlanda del Nord. La seconda fatica degli Sinocence, ‘Scar Obscura’, uscita in origine nel 2009 per la Rising Records, è stata messa sotto la neonata etichetta Metalbox Recordings, creata a luglio 2010 in collaborazione con ADL Management (la stessa Anna Di Laurenzio fino all’anno scorso manager di Blaze Bayley) e autofinanziata. La band, delusa dal trattamento della Rising, dimostra di avere fegato rilanciandosi sul mercato discografico con un’uscita particolarmente curata, offrendo, oltre all’album audio, una photo gallery e una video-biografia, su Special Edition Multimedia CD.
Difficile classificarlo, questo disco, moderno e pesante, ma cantabile, in cui melodie e scream si alternano. Si passa dalle influenze dei Nirvana (nella strana title track, che dura meno di un minuto) a quelle del country misto metal, sfociando spesso nel grunge veloce, o hardcore misto grunge, vedi ‘All New Revenge’. Difficile anche stabilire quanto i Sinocence abbiano trovato la loro identità o siano ancora in fase sperimentale, dato che le track che entusiasmano di più sono le prime due, sopratutto ‘Perfect Denial’ che rimane impressa anche a distanza di giorni, e le ultime due, in particolare la ricca e convincente Terminus; al centro dell’album rimane invece un’area piuttosto confusa, troppo vasta, in cui si distinguono però la buona thrash metal track, ‘Ultraviolence’, forse implicito tributo ai Death Angel, e l’intensa metal ballad, ‘Art Of Separation’.
Punti forti sono sicuramente la calda voce di Anto, che dimostra capacità sia nel canto melodico sia in quello aggressivo, stranamente somigliante a James Hetfield su molte tonalità, seppure risulti un po’ forzato sugli acuti, così come i vari cambi di mood e di tempo che si presentano durante l’ascolto del disco, e un’ottima formazione tecnica dei singoli musicisti. Intriganti e impegnati anche i testi, che paiono essere tutti rimpianto e riflessione di morti, o morti nell’anima, che osservano la propria esistenza, in stile ‘Spoon River’: la ricerca di Dio e di una ragion d’essere, la prigione della vita, la mancanza di sincerità, la sete di potere, sono altre tematiche che emergono dai criptici versi delle canzoni.
Penso che manchi poco ai Sinocence per risolvere meglio una loro identità. Gruppo da tener d’occhio e approfondire in sede live.

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