Grandioso debutto per i Gravety, che confermano come loro inizio una grande preparazione sotto tutti I punti di vista. Un album che ha pochi difetti, che mischia heavy, thrash e doom in maniera eccelsa, creando una confusione stilosa, ma molto piacevole, gratificante e coinvolgente. La loro storia nasce nel 2009, con influenze di gruppi come Black Sabbath, Metallica, While Heaven Wept, Overkill, Helstar, Candlemass, Kreator, Six Feet Under, Elvis Presley, Judas Priest, Solitude Aeturnus, Heathen, Iced Earth. Recentemente I Gravety hanno presentato tale album proprio come supporter a Paul di Anno. Hanno avuto altresì l’onore di poter calcare il palco insieme a Powerwolf e Orden Ogan. Conosciuti o fatti conoscere per lo più attraverso canali radio, i Gravety con questo album, hanno ed avranno sicuramente un trampolino di lancio per farsi notare in maniera molto più ampia e calcata.
Tali influenze hanno saputo essere da perfetti insegnamenti per I Gravety, che con “Into the Grave” hanno fatto risaltare questo ‘trash’n’doom metal’, come appunto lo declamano loro, in maniera davvero eccellente. Ci troviamo davanti ad un album epico, heavy e melodico. Parti strumentali e vocali si equilibrano perfettamente. La voce di Portz, è davvero un portento. La sua lieve nasalità e potenza , notata soprattutto nei pezzi più doom o nei più melodici, è eccellente, ma è altrettanto bravo nel thrash e nell’heavy più puro. Il growl di Gebhard è un growl che è, come dire, “catarroso” al punto giusto, o meglio, senza schifare nessuno con quel termine, è rudemente gorgogliante. A volte sembra non calzare troppo con l’interpretazione di Portz, facendo il famoso “effetto a sorpresa”, che può impaurire, come anche dopo un po’ risultare un po’ fuori tempo.
Per il resto che dire? Una full immersion in quei Metallica dei tempi d’oro , Judas Priest, Candlemass, My Dyng Bride, Black Sabbath e non da escludere un tocco di Mighty Sphincter nelle parti più depressive con sfumature goth/death a mio avviso
(ricordo la funerea Ghostwalking che sembra somigliare moltissimo ad un pezzo all’interno di questo album). Un album metallicamente potente, dove velocemente e facilmente si passa da un genere all’altro senza neppure accorgersene. Hanno avuto la capacità di saper unire tali generi, contrapposti tra loro, creando una vera e propria esplosione all’ascolto. Non sono dei pionieri del thrash’n’doom metal, in quanto forse non sanno che i Sacrilege, per fare un esempio, c’erano prima di loro… (tra l’altro la vocalist era Linda Simpson).Tuttavia sono sicura che è un album che piacerà parecchio.