Tornano i Thunderbolt, band norvegese dal sound fortemente influenzato da gruppi del calibro di Judas Priest, Iron Maiden e Saxon. “Love & Destruction” è il secondo album per i nostri in sei anni di attività e sebbene non faccia certamente gridare al miracolo si lascia ascoltare senza troppi problemi. Come da previsione il combo norvegese ci regala nove tracce di heavy metal classico e roccioso fatto di riff compressi e taglienti ma anche di ottime linee melodiche e incisivi assoli di chitarra, il tutto miscelato con una produzione non proprio stupenda ma che in ogni modo riesce a rendere onore ai brani presenti sul disco.
Personalmente parlando la proposta musicale dei Thunderbolt non mi ha impressionato più di tanto: la band manca, infatti, di quella scintilla che permetta ad ogni singolo pezzo di decollare rendendosi quindi interessante nonostante la banalità dei riff. Dopo un buon numero di ascolti finalmente il gruppo inizia a convincermi soprattutto per merito della coppia Cato Syversrud/Frank Johannssen alle chitarre autrice di riff davvero buoni uniti a cavalcate di chitarra che molto devono alla N.W.O.B.H.M. così come le linee vocali di Tony Johannssen capace di raggiungere ottimi acuti senza però snaturare la propria voce come capita a molti singer. Ecco dunque che tra i tanti episodi presenti su “Love & Destruction” mi sento di segnalare la sparata “Bad boys” che mostra come anche il riff più semplice possa in realtà rivelarsi assolutamente azzeccato ed efficace così come accade anche con le seguenti “Metallic Depression”, più lenta e cadenzata ma dotata in ogni qual modo di un riffing aggressivo dove è il basso di Morten Eriksen ad essere protagonista assoluto seguendo linee melodiche tipicamente maideniane e “It’s a hard life (but…)” altro brano dal refrain ruffiano che esplode in tutta la sua bellezza proprio durante il ritornello. I restanti brani invece non mi colpiscono moltissimo, anche se si lasciano ascoltare senza troppi problemi.
“Love & destruction” è un album semplice fatto più che altro per essere ascoltato mentre si sta facendo qualcosa di non impegnativo. “Love & destruction” è un altro di quegli album che dopo i vari ascolti iniziali cadrà molto probabilmente nel vostro dimenticatoio personale con l’andare del tempo.